Sono passati 82 giorni da quell’ultimo punto che in una sola frazione di secondo ha scritto la storia di tutta una società, regalando alla Pallavolo Piacentina la prima promozione nel firmamento della serie A2. A tre mesi di distanza il presidente Marco Beccari e la dirigenza non hanno certo perso la voglia di sognare e di pensare in grande.
A provare a scrivere altre parole importanti sulle pagine del libro biancorosso sarà ancora una volta Andrea Pistola, l’allenatore capace con il suo arrivo a cambiare il volto alla stagione appena trascorsa. Il tecnico avrà a disposizione una rosa di giocatrici completamente nuova che poggerà in parte sull’esperienza di interpreti già inserite nella categoria ed in parte sulla voglia di emergere di tanti giovani talenti, che comunque hanno già avuto modo di affrontare il campionato.
Con la consapevolezza di aver fatto tutto il possibile per non essere una semplice meteora, patron Beccari vive con impazienza le ultime ore che lo separano dal raduno ufficiale della formazione, previsto per martedì 2 settembre alle ore 17:30
Quali sono le qualità del tecnico che ti hanno colpito maggiormente in questi mesi di collaborazione?
Andrea è un allenatore molto competente e, nello stesso tempo, innamorato della pallavolo. Sono molto soddisfatto della scelta dei due tecnici di volley e basket. Pistola e Coppeta sono due persone che hanno le mentalità vincente: sono dediti al lavoro e non si tirano mai indietro. Con loro le due formazioni possono crescere molto e cercare di migliorarsi sempre.
Quali sono le caratteristiche principali della rosa?
Una squadra molto giovane, composta da giocatrici che hanno grandi potenzialità e l’esempio principale di questo è la palleggiatrice: ha 18 anni, ma è già la regista della Nazionale Juniores. Ha avuto una crescita costante nelle giovanili ed ora speriamo che possa raccogliere i frutti. La squadra deve avere questo spirito: una rosa di prospettiva che abbia anche margini di miglioramento. Naturalmente abbiamo anche un’ossatura di 4 giocatrici che la categoria la conoscono bene e sono tra le giocatrici più interessanti per la serie A2: mi riferisco a Viganò e Do Carmo, Giuliodori e Goia. Il mix tra esperienza e gioventù può essere davvero interessante.
Che ruolo può recitare la tua Bakery?
Una squadra che a mio modo di vedere può fare bene. Non conosco la categoria e sono curioso di vedere fin dove si può spingere la mia squadra. Sono convinto, tuttavia, che con l’inserimento di Viganò abbiamo fatto un salto di qualità importante. Io credo che se le giovani metteranno in atto il percorso di crescita che ha in mente il nostro allenatore potremo tranquillamente stazionare a metà classifica. Penso che dopo 4 o 5 partite ci renderemo già conto del tipo di campionato che potremo fare.
L’entusiasmo e la passione di tifosi e staff quanto potrà incidere?
Tantissimo. Noi siamo carichissimi e lo abbiamo dimostrato già al raduno della pallacanestro e lo sottolineo perché noi siamo una polisportiva e deve esserci un’unione tra i due percorsi. Nel volley lo staff ed i dirigenti sono molto legati alla squadra e la vivono giorno dopo giorno. I tifosi questo lo sentono e ci stanno già ripagando.
La Pallavolo Piacentina, così come tutta la Bakery Sport, nasce come punto di riferimento e di incontro per i giovanissimi: ti aspetti che la categoria possa incrementare la partecipazione delle famiglie al palazzetto?
Stiamo lavorando proprio per questo motivo. Stiamo pensando a tutta una serie di iniziative che possa incentivare la partecipazione delle famiglie alle nostre partite. Stiamo definendo la collaborazione con Mio Volley che è legata a tutta la struttura delle giovanili. Sicuramente è uno dei punti su cui ci focalizzeremo quest’anno.
Quale è stata la trattativa più complessa del mercato?
La Viganò, senza ombra di dubbio: in primis perché ha un curriculum importante e lo scorso anno ha fatto un gran campionato a Monza, d’altro canto avevamo una linea ben definita a livello di spese oltre alla quale non potevamo andare. Abbiamo cercato un compromesso, nell’interesse di entrambe le parti, e alla fine ci siamo arrivati