La quasi totalità del territorio comunale – nonché, di conseguenza, degli immobili che vi sono situati – non dev’essere assoggettata al tributo consortile: lo ha stabilito, in questi giorni, il Tribunale Civile di Piacenza, pronunciandosi sull’annosa controversia relativa al contributo di bonifica per gli immobili di proprietà comunale, che ha visto l’Amministrazione, difesa dall’avvocato Franco Spezia, opporsi al Consorzio di Bonifica di Piacenza e alla Regione Emilia Romagna. La sentenza di primo grado emessa dal giudice Gabriella Schiaffino con una lunga e articolata decisione potrà avere, se diverrà definitiva, risvolti di grande portata per tutta la cittadinanza.
La causa verteva sui tributi pagati dal Comune per gli immobili di sua proprietà tra il 1997 e il 2000, pertanto il Consorzio di Bonifica è stato condannato a restituire più di 160.000 euro oltre agli interessi legali. Il Tribunale ha ritenuto dovuto il tributo unicamente per gli immobili di proprietà del Comune ubicati nelle zone di Mortizza, Le Mose e Dossi di Roncaglia, in quanto ricevono un beneficio diretto dallo scolo delle acque nei cavi consortili. Tale beneficio di scolo deriva dal Diversivo Est, in gestione al Consorzio, che svolge azione di scolo delle acque piovane attraverso la rete di canali consortili, nonché dal Collettore Armalunga e dall’impianto di sollevamento Armalunga, tutti gestiti dal Consorzio.
Nel contempo, il Tribunale ha ritenuto che l’esistenza delle opere gestite dal Consorzio conferiscano al territorio – e quindi, di riflesso, agli immobili che vi sono ubicati – un mero beneficio generico che, in forza delle leggi in materia e dei precedenti di giurisprudenza consolidatisi, non giustifica la pretesa contributiva del Consorzio stesso. Il principio sancito dal Tribunale è che il beneficio dato dalla regimazione delle acque, derivante al restante territorio comunale dalle altre opere idrauliche gestite dal Consorzio, è non solo generale, ma anche mediato dalla rete fognaria realizzata dall’Amministrazione comunale e non incide direttamente a favore dei singoli immobili, per cui non è dovuto il contributo consortile per gli immobili di proprietà comunale siti nelle altre zone della città.
La sentenza si intreccia con la nuova richiesta inviata dal sindaco Paolo Dosi nei giorni scorsi al Ministero dell’Economia e delle Finanze e al Demanio regionale di ottenere la gestione diretta, da parte del Comune, degli impianti Finarda, Armalunga, canale Diversivo Est e Ovest, attraverso una concessione prodromica anche all’acquisizione della proprietà. Ciò consentirebbe una gestione e manutenzione diretta degli impianti collegati alla rete fognaria da parte del soggetto gestore della rete, oggi Iren, con risparmio di spesa e una funzionalità di cui beneficerebbe la collettività locale.
Pollastri (FI): “Plaudo alla sentenza del Tribunale, Piacenza non deve pagare il contributo di bonifica”
“La notizia della sentenza del Tribunale Civile di Piacenza, seppur trattasi di primo grado, che stabilisce che gran parte del territorio comunale del capoluogo non è tenuto al pagamento del contributo di bonifica, è senza dubbio positiva e mi auguro sia prodromica a una definitiva abolizione di questo iniquo balzello per i cittadini di Piacenza, come più volte richiesto dal centrodestra”. Lo afferma il consigliere regionale di Forza Italia, Andrea Pollastri, che commenta così la sentenza del Tribunale Civile secondo la quale la maggior parte del territorio comunale di Piacenza gode di un beneficio generico dalla bonifica, mediato dalla rete fognaria realizzata e gestita dall’Amministrazione comunale. “Esattamente quello che come centrodestra è sempre stato sostenuto, cioè che i piacentini erano – e sono – soggetti a un illogica doppia contribuenza”.
Due anni fa il consigliere regionale di Forza Italia aveva votato, unico in tutta l’Aula della Regione Emilia-Romagna, contro le “Disposizioni per la bonifica” proposte dalla Giunta e approvate dalla maggioranza di sinistra: “Si trattava e si tratta di un provvedimento tutto fumo e niente arrosto che non risolveva alcune evidenti iniquità come quelle denunciate per la città di Piacenza – ricorda Pollastri – Avevo proposto ordini del giorno e anche 10 emendamenti che riprendevano sentenze della Cassazione, del Tribunale di Piacenza e dell’Agenzia Tributaria, che miravano a un miglioramento della Legge e che andavano nella direzione del buonsenso e dell’interesse dei cittadini, sottolineando la sproporzione tra tassa e beneficio. Purtroppo furono tutti frettolosamente bocciati, probabilmente perché arrivavano dall’opposizione”.
“Bocciata fu anche la mia proposta che prevedeva che le opere realizzate dallo Stato – continua Pollastri – come i canali diversivi est e ovest nel caso di Piacenza, potessero andare in gestione agli Enti Locali che ne facessero richiesta. Questo passaggio avrebbe significato per Piacenza e per i piacentini un significativo risparmio per la manutenzione, pagato sotto forma di tassa in questi anni”.
“Esprimendo quindi soddisfazione per la sentenza del Tribunale Civile di Piacenza – conclude il consigliere regionale di Forza Italia – auspico che la sentenza diventi presto definitiva nei diversi gradi della Legge, in modo che si possa finalmente giungere all’eliminazione di questo iniquo balzello che la sinistra nei fatti non ha mai inteso abolire”.