Questi sono i “venerdì piacentini” di via Crescio e via Torricella. Non pensiate a spettacoli, animazione e gente che si diverte ma piuttosto a schiamazzi, bottiglie di birra ovunque e cattivo odore nei pressi dei cassonetti, usati come orinatoio, come dimostrano le nostre foto.
Il sindaco Dosi era venuto qui lo scorso 11 ottobre, di pattuglia assieme alla polizia municipale. Il primo cittadino aveva fatto tappa anche presso il negozio teatro della rissa di inizio anno, in via Pozzo, che sarebbe stato chiuso proprio a seguito di quell’ episodio.
Problema risolto? No, problema spostato di una cinquantina di metri perché le decine di immigrati che, soprattutto nel fine settimana, come mostrano queste foto, stazionano nella zona bevendo birra e schiamazzando, si sono spostati di fronte a un minimarket gestito da cinesi, oggetto qualche tempo fa anche di una pesante sanzione per aver impiegato dietro al banco vendita un minorenne.
Gli abitanti della zona, che sono costretti a convivere con tutto questo, fuggono il microfono ma urlano lo stesso il loro malcontento: “altro che integrazione” ci dicono, ed effettivamente il rispetto per la cosa pubblica sembra essere cosa ben lontana.
Altre foto, scattate in giorni diversi, documentano di bottiglie di birra infilate nella cassetta per la pubblicità, bottiglie pericolosamente rotte per terra e rifiuti di ogni genere, compresi un divano e un paraurti di un’ auto che hanno fatto capolino la mattina di lunedì 23 giugno.
“Altro che via Crescio, qui è diventata via piscio”, dice esplicitamente un altro signore.
Gli abitanti della zona non hanno bisogno di altri progetti di riqualificazione, niente lampioni intelligenti che mostrino che qualcuno sta urinando dietro un cassonetto. E' necessaria una inversione di rotta che ponga fine a questo deplorevole stato di cose.
Altro che 3.0, qui siamo all’ anno zero: l’ incrocio tra via Crescio e via Torricella è un non luogo.
“Non possiamo invitare nessuno a cena – ci dicono ancora – perché ci vergogniamo della zona in cui abitiamo e perché un ospite potrebbe parcheggiare l’ auto proprio davanti a un extracomunitario che sta urinando, mostrando le sue parti intime e credendo di essere nel suo pieno diritto”.
Tra l' altro le auto sono spesso oggetto di piccoli ma spiacevoli danneggiamenti: non si contano gli specchietti divelti mentre un signore ci racconta di aver subito il danneggiamento del tergilunotto posteriore.
A questo si aggiunge il viavai di tossicodipendenti, anche italiani, che fanno pensare a una zona dello spaccio che si è solamente spostata di una cinquantina di metri e che ha trovato una naturale collocazione ben protetta dai portici del fabbricato adiacente il grattacielo dei Mille.
Le ore più critiche sono quelle pomeridiane, fino alle 21 all’ incirca, nei mesi invernali, mentre la stagione estiva “regala” qualche ora in più. Inutile dire che è il fine settimana, da venerdì sera in poi, ad essere il momento più "caldo".
Alla chiusura del negozio cinese il via vai e gli schiamazzi si riducono ma rimane il degrado, con la puzza di urina e le bottiglie ovunque.
Il sabato o la domenica mattina ci si sveglia con i cestini per i rifiuti traboccanti di bottiglie, alcune delle quali cadono per terra e vanno in frantumi, come mostrano le immagini. Dietro ai cassonetti lo sgradevole acre odore di urina e spesso di vomito, sono le testimonianze della sera appena trascorsa.
Se è vero che le liberalizzazioni non vincolano gli orari di apertura dei negozi è altrettanto vero che esiste un regolamento comunale, ben chiaro, che ad esempio vieta di urinare per strada e che evidentemente viene sistematicamente violato a discapito di quegli italiani, ormai la minor parte, che abitano la zona e che non si sentono tutelati.
Anche questa è Piacenza e proprio la zona della stazione non dovrebbe essere sinonimo di delinquenza, pericolosità e degrado ma dovrebbe essere il biglietto da visita della città.