L'occasione è stata una mozione urgente presentata oggi in consiglio comunale da Paolo Garetti (Sveglia) e basata su un recente fatto di cronaca: una bimba ha rischiato grosso cadendo dal basamento del pilastro che sorregge la statua della Madonna Assunta al centro della piazza. Una caduta che solo per un caso non è finita in tragedia e ha portato all'attenzione un problema sentito da molti genitori: solo bambini e cani riescono a infilarsi tra le sbarre della recinzione mentre per un adulto è impossibile. In caso di pericolo, quindi, il margine di intervento è pressoché nullo. Garetti ha chiesto alla Giunta che le “maglie” della recinzione vengano strette in modo da impedire qualsiasi passaggio. L’assessore all’Urbanistica Cisini ha risposto rilanciando: «La nostra intenzione è quella di rimuovere del tutto una recinzione che non ha senso di esistere». Resterà dunque vietato arrampicarsi sulla struttura ma non sarà più impossibile intervenire in caso di pericolo. Una linea che ha trovato d'accordo Paolo Garetti. Ora si tratta di chiedere la autorizzazioni e di procedere.
La seduta del Consiglio si era aperta con il tema dei cani randagi. All’attenzione dell’assemblea, per la terza volta consecutiva, è finita la convenzione già in atto con alcuni comuni della provincia (Gossolengo, Cerignale, Zerba e San Giorgio) da estendere a Rivergaro e che riguarda la “gestione” dei randagi. Una convenzione che ha durata biennale e che prevede l’utilizzo del canile piacentino da parte dei comuni in questione a fronte di un pagamento annuale. E sul criterio di pagamento la minoranza ha espresso già in più occasioni, e oggi con forza ulteriore, le sue perplessità. La gestione del canile grava sulle tasche dei piacentini 2,28 euro all’anno, aveva spiegato l’assessore Giulia Piroli che propone la convenzione, e questa cifra è stata presa come parametro per calcolare il quantum da versare per ogni comune che aderisce alla convenzione. Rivergaro, dunque, che conta 6.843 abitanti pagherà al Comune di Piacenza poco più di 16mila euro per “ospitare” i randagi del suo territorio nella struttura piacentina. Ma il criterio, secondo l’opposizione, è anacronistico e di fatto penalizza le casse del Comune. Oggi la convenzione è stata messa ai voti ed è passata con 16 favorevoli e 10 contrari e con le polemiche dei consiglieri di minoranza, su tutti Marco Colosimo che ha parlato di «tassa sul cane».
Il dibattito si poi spostato sul Piacenza Calcio grazie a una mozione presentata dal consigliere Giovanni Botti (Pdl) che chiede come verranno utilizzati i fondi accantonati per la sistemazione dello stadio Garilli (circa 300mila euro) soprattutto alla luce dell’annunciata, o meglio, della sperata (da parte di alcuni) fusione tra Piacenza e Pro Piacenza; fusione che poi non c’è stata e di conseguenza l’assessore allo Sport Giorgio Cisini avrebbe dichiarato che la somma in questione non verrà dunque più stanziata esclusivamente per la sistemazione dello stadio. Quindi si tratta di capire come destinare quel denaro, su che impianti, e Botti chiede alla Giunta che venga stilata una classifica in modo da spendere al meglio il denaro pubblico. Richiesta che ha trovato l’approvazione dello stesso assessore Cisini. Botti nella sua mozione chiede che vengano realizzati impianti di cui la città non è dotata e qui l’assessore Cisini si è detto più prudente. Messo ai voti il primo punto della mozione, è stato approvato dal Consiglio. Il secondo punto non è invece stato approvato.
Maria Lucia Girometta (Pdl) ha presentato un’interrogazione nella quale si parla della scuola di Pittolo che sarebbe nelle vicinanze di un capannone la cui copertura risulta essere di amianto. La risposta dell’assessore Luigi Rabuffi è stata tranchat: il Comune non ha gli strumenti per imporre la “bonifica”. «Mi spiace davvero quando la mia città fa brutta figura – ha risposto la Girometta – ma sarò costretta a farvi sapere quando arriverà Striscia la Notizia».