Con l’organizzazione della Cooperativa Sociale L’Ippogrifo, ente gestore del progetto Sprar, in collaborazione con il Comune di Piacenza, titolare dello stesso, questa sera presso il Centro Polisportivo Comunale di Largo Anguissola, in occasione Giornata Mondiale del Rifugiato, si è svolto un Incontro Amichevole di calcio a 5 fra il Team Sprar Piacenza formato da rifugiati e richiedenti asilo ospiti del progetto e a squadra del “consiglio comunale”, in cui giocano assessori, consiglieri e dirigenti del Comune di Piacenza. Il sindaco Paolo Dosi ha dato il fischio di inizio e ed ha introdotto la manifestazione.
La Giornata mondiale del rifugiato
E’ una giornata che è stata proclamata come mondiale (inizialmente era ricordata solo in Africa) con la risoluzione 55/76 adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 4 dicembre 2000, in vista del cinquantennale della convenzione di Ginevra relativa allo status di rifugiato (1951).
Nel corso degli anni sono cresciute sempre più le occasioni per ricordare questa giornata e oggi sono decine e decine le iniziative territoriali realizzate in tutta Italia per celebrare la ricorrenza.
In questi tempi tribolati in cui la figura del rifugiato e del richiedente asilo è spesso erroneamente confusa e bistrattata, il progetto piacentino ha scelto come motto della giornata una frase di Hannah Arendt: "Il faut rendre le réfugié celèbre" da considerarsi come un’esortazione all’informazione e alla conoscenza dell’aspetto umano della migrazione forzata, che vada oltre uno sguardo lontano dominato da politica e ideologia.
Cos’è lo SPRAR?
Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) è stato istituito dalla legge n. 189/2002 ed è costituito dalla rete degli enti locali che – per la realizzazione di progetti di accoglienza – accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. A livello territoriale gli enti locali, con il prezioso supporto delle realtà del terzo settore, garantiscono interventi di “accoglienza integrata” che superano la sola distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo in modo complementare anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico. Dal 2011 il Sistema di protezione accoglie a Piacenza 15 persone, che dal 2014 potranno arrivare a 21. Il coordinamento del Sistema di protezione è garantito dal Servizio Centrale, una struttura operativa istituita e avviata dal Ministero dell’interno e affidata con convenzione ad ANCI, in base alla legge n.189/2002. Il Servizio centrale ha compiti di informazione, promozione, consulenza e assistenza tecnica agli enti locali, nonché di monitoraggio sulla presenza dei richiedenti e titolari di protezione internazionale sul territorio nazionale.
DAL 2011 ANCHE A PIACENZA
Il Comune di Piacenza ha partecipato nel 2010 per la prima volta al bando nazionale per ospitare beneficiari del progetto SPRAR (Servizio di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) ed il progetto presentato ha ottenuto il rifinanziamento anche per il triennio 2014-2016.
Il progetto piacentino garantisce l’accoglienza a 15 adulti maschi richiedenti asilo o ai quali sia già stato riconosciuto lo status di rifugiato, la protezione sussidiaria o il permesso di soggiorno temporaneo per motivi umanitari (in parte segnalati dal servizio centrale, in parte già presenti sul territorio e segnalati dai servizi sociali del comune di Piacenza).
I beneficiari (questa la definizione corretta degli ospiti del progetto) Al momento provengono da:
AFGHANISTAN, GHANA, NIGERIA, PALESTINA, PAKISTAN, SIRIA, SOMALIA
L’équipe che gestisce il progetto è formata da un coordinatore, due operatori di accoglienza, un mediatore culturale, una psicologa e un operatore legale, oltre all’assistente sociale del comune di Piacenza.
Per ogni beneficiario viene organizzato un progetto individuale finalizzato l’inserimento sul territorio dal punto di vista sociale, lavorativo e abitativo. Sempre più spesso si rende necessario un percorso di sostegno psicologico continuativo. A seconda dei casi viene attivato il servizio di tutela legale. I ragazzi seguono un percorso di apprendimento della lingua italiana, di recupero e/o acquisizione di capacità e abilità professionali (compreso il riconoscimento di titoli di studio), di orientamento e accompagnamento ai servizi del territorio, del lavoro e della casa con l’obiettivo dell’autonomia.
Giornata mondiale del Rifugiato 2014, l'assessore Marzocchi: "Nel nostro paese è possibile creare le condizioni perché l'accoglienza delle persone richiedenti asilo superi i canoni dell'intervento emergenziale". I dati dell'Emilia-Romagna, "terra d'asilo"
“Passare dalla gestione dell’emergenza a un progetto di sistema”. È questo l’auspicio
dell’assessore alle Politiche sociali della Regione Emilia-Romagna Teresa Marzocchi in occasione della Giornata del rifugiato, che si celebra oggi, 20 giugno, in tutto il mondo. “Un passaggio obbligato e da fare subito – sottolinea l’assessore – , che serve in primo luogo a salvaguardare le condizioni di dignità e civiltà, sia di chi è accolto che di chi accoglie”. Marzocchi è intervenuta stamani a Roma all’iniziativa organizzata dall’Unhcr, a Palazzo Senatorio; erano presenti Laurens Jolles (delegato Unhcr per il Sud Europa), Filippo Bubbico (viceministro ministero dell’Interno) e Lapo Pistelli (viceministro ministero Affari Esteri). La giornata è iniziata con la visita alla mostra fotografica itinerante “The European Dream: road to Bruxelles” allestita su un tir e che farà tappa in diverse città italiane prima di raggiungere Strasburgo e Bruxelles.
“Nel nostro paese – ha ricordato l’assessore – è possibile creare le condizioni perché l’accoglienza delle persone richiedenti asilo superi i canoni dell’intervento emergenziale per diventare un sistema organico, strutturato, sostenibile: la volontà c’è e da tempo. Fin dal termine dell’emergenza Nord-Africa, infatti, sia come istituzioni – e l’Emilia-Romagna su questi temi è di riferimento – sia come rappresentanze dei diversi enti della società civile, ci siamo attivati per costruire un percorso alla luce dei successi e degli errori del passato”.
Il primo dato positivo è rappresentato dalla costituzione del Tavolo nazionale presso il ministero dell’Interno. “Certo un gran passo avanti – prosegue Marzocchi – per la possibilità di costruire proposte e risposte condivise”, ma non basta: è necessario andare verso l’assunzione “di una responsabilità condivisa anche nel livello sovrannazionale di tutto il tema migratorio – conclude l’assessore – . Solo così si potrà realizzare un’Europa più aperta e più giusta, che sia non solo della moneta e dell’economia, ma delle persone e delle culture”.
Emilia-Romagna, terra d’asilo. I dati
Prima Regione a inserire esplicitamente i rifugiati tra i destinatari degli interventi previsti dalla legge per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati (legge regionale 5/2004), l’Emilia-Romagna si contraddistingue come una “terra d’asilo”, per le numerose iniziative volte a rendere effettivo questo diritto fondamentale. Secondo i dati comunicati dalle Questure dell’Emilia-Romagna (escluse le Questure di Piacenza e Rimini), sono 3.765 i permessi di soggiorno attivi al 31/12/2013- leggermente in calo rispetto al 2012 – rilasciati a favore di immigrati bisognosi di protezione, sotto diverse forme: richiesta di asilo, Regolamento di Dublino, status di rifugiato, protezione sussidiaria e umanitaria. Persone, dunque, che non si trovano nel nostro Paese per motivi di lavoro, famiglia, studio, ma perché in fuga da persecuzioni individuali (religiose, politiche, etniche, di genere), da guerre o da violazioni generalizzate dei diritti umani.
Il dato certamente non esaurisce il totale delle presenze dei rifugiati in Emilia-Romagna: poiché sul territorio regionale vivono persone con permessi di soggiorno rilasciati da altre Questure (tipicamente quelle del Sud Italia, le zone di sbarco), e poiché la rilevazione non include le persone arrivate già a partire dai primi mesi del 2014 in seguito all’avvio dell’operazione “Mare Nostrum”. Le presenze risultano essere suddivise in maniera abbastanza equa tra i diversi territori provinciali, nello specifico: Bologna: 1.079; Ferrara: 332; Forlì-Cesena: 157; Modena: 711; Ravenna: 377; Parma: 523; Reggio Emilia: 586.