Festa del Cuore, il “grazie” delle persone salvate ai loro soccorritori

Gran finale per la Festa del Cuore di Piacenza, edizione 2015. Un traguardo storico, quello del 15esimo anno,  per la manifestazione dedicata al cuore e alla cardioprotezione di cui Piacenza è capofila in Italia e in Europa.

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A Palazzo Gotico sono stati premiati i soccorritori nel corso di una cerimonia molto suggestiva che ha visto di fronte salvatori e salvati: gli uni hanno ricevuto una medaglia, in segno di riconoscenza, dalle mani degli altri.

Un piccolo segno, tangibile, della gratitudine da parte di chi è stato riportato alla vita, quando sembrava non ci fosse più nulla da fare.

Il merito,oltre che delle persone che hanno operato questi interventi, è anche dell’ Associazione Il Cuore di Piacenza che con Progetto Vita ha diffuso capillarmente la cultura della cardioprotezione e ha sparso per il territorio oltre 500 defibrillatori, il cui uso tempestivo è stato determinante.

La dottoressa Daniela Aschieri ai nostri microfoni, prima dell’ inizio della cerimonia, ci ha fatto una piccola anticipazione sul futuro di Progetto Vita, legata ad altre iniziative simili che, su modello di quella piacentina, sono state intraprese in altre località del Paese.  

“Ieri – dice la dottoressa Aschieri – è nata una sinergia tra le diverse associazioni di Mantieni il ritmo del cuore, che solitamente si trovano a Sanremo da due anni a questa parte. Queste 14 associazioni i hanno chiesto di poter denominare anche le loro realtà Progetto Vita, seguito dal nome della città.

C’è poi l’ intenzione di creare un coordinamento nazionale di Progetto Vita, utilizzando il logo e l’ immagine del nostro Progetto Vita, riconoscendolo come qualcosa di efficace e portandolo in giro per l’ Italia”.

Ma i protagonisti della festa finale di ieri sono stati loro, i soccorsi e i soccorritori, uniti in un unico abbraccio. In platea si è vista qualche lacrima da parte dei congiunti che probabilmente, ripercorrendo quegli istanti tragici, temevano che i loro cari non ce l’ avrebbero fatta.

C’era anche Gino Benedetti, meglio noto come l’ Alpino Gino, e basta, senza il cognome. Gino è stato salvato nel corso dell’ adunata del 2013, grazie al primo raduno alpino cardioprotetto d’ Italia.

“Ringrazio Piacenza che è stata la prima città che ha avuto questa idea che mi ha salvato e mi ha fatto rendere conto di quanto sia stato importante. Di quei momenti non ricordo niente, mi sono svegliato in ospedale ma mi hanno raccontato di avermi visto cadere per terra. Alcuni alpini del mio gruppo hanno cominciato a farmi dei massaggi ma per fortuna in quel momento passava una pattuglia di vigili con il defibrillatore”.

Tutti i soccorsi non ricordano molto di quei momenti, ovviamente, i soccorritori invece ci dicono, con voce unanime, che è qualcosa di sensazionale, una bellissima esperienza quella di poter salvare una persona: ci si trova davanti una persona che non respira ed è emozionante vedere che riprende a vivere e in quei momenti il tempo sembra fermarsi e non si pensa a nient’ altro che a quella persona da soccorrere.

Oggi le persone “rinate” hanno voluto tributare il loro grazie a coloro i quali li hanno soccorsi.

Rosalia Albasi, Bruno Zanotti, Alessandro Novara, Alberto Diversi, Akielbowski Bogodan, Ines Agnelli e Francesco Follini hanno premiato chi li ha salvati e non si tratta solo degli equipaggi delle ambulanze ma anche agenti di Polizia di Stato e Polizia Municipale che unitamente a Carabinieri, Guardia di Finanza, Esercito, Vigili del Fuoco e Polizia Provinciale, fanno parte della grande famiglia di Progetto Vita.