Pertite, parla Bisotti: vogliamo il parco, il ministro lo sa. Inutile forzare

E’ la partita più importante del territorio piacentino anche se si tende a ricordarsene a singhiozzo. Eppure è questa partita che deciderà le caratteristiche urbanistiche, di vivibilità, di potenziale sviluppo, di attrattività della città e del suo comune nel prossimo futuro. Parliamo delle aree militari e della loro riorganizzazione che dovrà essere il risultato di una serie di trattative tra Ministero della Difesa – che ne ha in uso la gran parte -, il Demanio – che ne è di fatto proprietario – e Amministrazione comunale che tenta di entrarne in possesso nell’interesse della collettività piacentina. Un interesse che non può prescindere dal fattore economico: in periodo di vacche grasse il margine per trattare con i vari livelli superiori dell’amministrazione statale erano maggiori ma oggi, con i tempi che corrono, il passaggio di aree e stabili non può non tenere conto di tutto ciò che comporta in termini di costi.

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L’altro giorno si è festeggiato il quarto anniversario dell’Abbraccio della Pertite, evento che nel giugno del 2010 coinvolse oltre 2500 piacentini che simbolicamente strinsero in una catena umana senza soluzione di continuità l’area in questione, e cioè quella dell’ex Pertite attualmente in uso all’amministrazione militare in particolare al Polo di mantenimento pesante nord. Un abbraccio per far capire che i piacentini vogliono quell’area perlopiù inutilizzata allo stato attuale, e la vogliono verde, vogliono che diventi un parco pubblico. L’anno successivo all’abbraccio ci fu il referendum e in quell’occasione la volontà popolare venne espressa ancora più chiaramente: 30mila cittadini votarono per il parco. Un voto non vincolante in senso tecnico ma che senz’altro con un peso specifico notevole soprattutto per l’amministrazione locale allora guidata da Roberto Reggi e di cui faceva parte anche l’attuale sindaco Paolo Dosi; il quale si assunse l’impegno di portare avanti la battaglia in questione: Pertite parco pubblico.

Nel corso degli anni, però, il Comitato per la Pertite – che dall’abbraccio al referendum a tutte le iniziative che a tutt’oggi vengono messe in campo si batte per il parco – e il Comune si sono trovati in polemica. Pur avendo sulla carta lo stesso obiettivo finale, dagli attivisti parta una vigorosa critica legata al presunto immobilismo dell’amministrazione: non ci sono ancora atti concreti che mettano nero su bianco una volontà, anche politica, dicono.

Abbiamo raggiunto l’assessore all’Urbanistica Silvio Bisotti per capire il punto di vista del Comune su questa partita, così delicata e non certo semplice da decifrare per i non addetti ai lavori. E ci riferiamo solo all’area dell’ex Pertite, che tuttavia non è l’unica, e sarà lo stesso Bisotti a sottolineare questo aspetto, tutt’altro che irrilevante. Ex Pertite, dunque: un’area di circa 270mila metri quadrati che si sviluppa nella zona ovest della città e si affaccia in parte su via Emilia Pavese.

Prima di tutto l’assessore Silvio Bisotti ci tiene a porre sotto la giusta luce tutto il dibattito sull’argomento in questione e lo fa sgombrando il campo da dubbi: “Tutti gli atti che sono stati assunti dalla precedente e dall’attuale amministrazione – dice – vanno tutti nella direzione di assecondare i desideri della cittadinanza che si è anche espressa in occasione del referendum di tre anni fa”. “Questa volontà è stata confermata con atti amministrativi della precedente giunta ma in particolare con l’inserimento nel Psc, adottato di recente, di una specifica scheda progetto specifica che riguarda l’ex Pertite e che ha come indicazione la realizzazione di un verde pubblico da destinare a beneficio della città”. “Questi elementi sono stati da noi sufficienti per proseguire nel confronto-trattativa con il ministero per ottenere quell’area – prosegue Bisotti – e non abbiamo ritenuto di recepire la richiesta del comitato che parlava dell’inserimento di una variante urbanistica che destinasse in modo formale e vincolante a verde tutta l’area dell’ex Pertite. E ciò sia per ragioni tecniche sia per ragioni politiche, nel senso che questa scelta a nostro modo di vedere avrebbe potuto condizionare le trattative. Dal punto di vista tecnico, sentiti anche i nostri uffici, un vincolo all’esproprio di questa natura avrebbe potuto rappresentare una ragione di illegittimità dell’atto”.

In altre parole, il Comune ritiene che forzare la mano sia controproducente in questa fase anche perchè, e questo Bisotti ha voluto sottolinearlo, in ogni contatto, in ogni incontro, in ogni momento della trattativa in corso, il Ministero della Difesa ha sempre dimostrato di avere perfettamente presente l’intenzione dell’amministrazione comunale di voler destinare l’area dell’ex Pertite a verde pubblico. Una variante urbanistica vincolante potrebbe dunque essere male interpretata e offrire il fianco a eventuali impugnative da parte del ministero con tutto ciò che ne conseguirebbe in termini di tempo. Morale: secondo la valutazione del Comune la variante urbanistica in questa fase rischia di rivelarsi contraria allo scopo per cui è stata proposta, ovvero accorciare i tempi.

Va inoltre chiarito quali sono i vincoli attualmente in essere sull’area; vincoli dai quali non si può prescindere. Il primo è che all’interno dell’ex Pertite è ancora presente la pista per la prova dei carri armati e si deve dunque trovare un’alternativa; il secondo vincolo riguarda la bonifica dopo il rinvenimento, nel 2006, di materiale inquinante interrato; “bonifica che è attuata solo per un terzo” precisa l’assessore comunale.

Quindi ci sono tempi morti. Tempi che tuttavia non vanno sprecati in chiacchiere e polemiche sterili visto che prima o poi (e si spera prima che poi) arriverà il momento del confronto con il Ministero della Difesa che dovrà valutare la cessione dell’area a fronte di un progetto ben definito. E’ qui che comune, uffici tecnici e comitato dovranno unire le forze – secondo Bisotti – in modo da produrre un progetto che sia sostenibile anche alla luce del fatto che nell’area in questione sono presenti degli stabili, alcuni fatiscenti, altri recuperabili; stabili che quindi dovranno essere utilizzati. E l’idea del Comune – altro punto sul quale all’assessore Bisotti abbiamo chiesto di essere cristallino in modo da fugare ogni dubbio in proposito – è che tali stabili vengano “recuperati e adibiti ad attività funzionali al parco”. Palestre, ristoranti, servizi di questo genere, insomma.

Sono stati fatti progressi nella trattativa con Roma in questi anni, sottolinea Bisotti. E aggiunge che tutti gli atti messi in campo dall’amministrazione sono da inserire in un percorso di condivisione che non è mai venuto meno. E ciò al netto di quella che l’assessore definisce una “riserva” del Comitato convinto che un atto amministrativo più stringente, come la variante urbanistica, avrebbe portato vantaggi più concreti alla “causa”. Secondo Bisotti no, benchè – e lo ribadisce – la causa sia la medesima.

E i segnali che arrivano dal Ministero della Difesa sono positivi, dice l’assessore. Nel senso che si è parlato di disponibilità a cedere in tempi brevissimi una porzione di area (circa 27mila metri quadrati) che no impatta né sulla bonifica né sulla pista prova carri armati; e questo è senz’altro un buon segno, sottolinea l’assessore. “L’altro elemento positivo – aggiunge Bisotti – è che tra poche settimane dovrebbe aprirsi un tavolo tecnico di confronto al quale l’amministrazione si presenterà senz’altro per un esame di tutte le aree potenzialmente dismissibili e anche in quella sede il Comune evidenzierà come la partita-Pertite dovrà essere vista in modo differente”.

In sostanza, conclude Silvio Bisotti, il Comune è coerente con il percorso intrapreso quattro anni f; si tratta solo di portare un po’ di pazienza, dice, anche perché, soprattutto con riferimento alla pista prova carri armati, l’argomento si inserisce nella valutazione generale di tutte le aree militari. “La nostra idea – spiega – è quella di spostare la pista all’interno della caserma Artale, che è vicina a dove è ora e implicherebbe un cambiamento ridotto”.