Taglio delle guardie mediche: “Comuni montani penalizzati, l’Asl ci ascolti”

Entro il 31 agosto le guardie mediche attive sul territorio provinciale passeranno da 18 a 10. Un taglio voluto dall’Asl di Piacenza per ottenere un risparmio che si stima intorno al milione di euro. Ma la riduzione dei presidi sta mettendo in allarme le comunità montane e i comuni della provincia più remota che temono di dover far fronte a numerose difficoltà. Nel caso di Zerba, per esempio, il Comune di cui è sindaco Claudia Borrè, dovrà affidarsi al presidio medico di Bobbio: “Un taglio che inciderà molto soprattutto sui residenti anziani che in questo modo si sentiranno abbandonati, potendo fare affidamento solo sulla guardia medica di Bobbio”.

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Difficile per il momento pensare ad una qualsivoglia soluzione: “Speravamo che al taglio delle guardie mediche si affiancasse una soluzione alternativa perché capiamo la questione del risparmio, ma si deve anche tenere presente che se una persona dovesse sentirsi male a Pey dovrà attendere un’ora prima che il soccorso possa arrivare da Bobbio”.

Problemi anche in un altro comune dell’alta Valtrebbia, Ottone. L’ex sindaco Giovanni Piazza ha da poco lasciato la poltrona di primo cittadino, ma è lui ad avere seguito l’iter che ha portato a questo ridimensionamento: “Avevamo avuto la garanzia da parte dell’Asl che le guardie mediche sarebbero rimaste intatte almeno per tutta l’estate e infatti credo che il taglio subirà una proroga dal 31 agosto ad ottobre almeno. Tocca agli attuali amministratori impedire che questo ridimensionamento avvenga perché in Valtrebbia abbiamo dei territori molto vasti e anche se la densità abitativa non è molto alta non si può pensare di eliminare un servizio così importante trasferendolo a Bobbio. I nuovi amministratori devono continuare la battaglia che noi abbiamo iniziato sui tavoli istituzionali e i cittadini devono affiancare i sindaci”.