Abbraccio della Pertite, 4 anni dopo. E la lotta continua: «Vogliamo il parco»

«Esempio di grande partecipazione da parte della città, uno dei più sentiti in assoluto nella storia piacentina. Ed è per questo che vale la pena festeggiare e ricordare». Maria Pia Romano è una delle responsabili del Comitato Parco della Pertite che, come suggerisce inequivocabilmente il nome, ha un solo obiettivo: i piacentini devono tornare in possesso dell’immensa area militare dell’ex Pertite, nella zona ovest della città a ridosso della via Emilia Pavese, e tale area deve essere trasformata in un parco pubblico. Non in un giardino, come ci tiene a sottolineare la Romano, ma in un vero e proprio parco, con boschi, prati e tutto quanto.

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Obiettivo chiaro, dunque, da quando si è capito che l’area in questione, di proprietà del Demanio e in uso al Ministero della Difesa anche se per la gran parte inutilizzata (se non per una pista di collaudo dei carri armati che proprio in questi giorni è oggetto di riflessioni e proposte per un eventuale spostamento), sarebbe potuta rientrare nella disponibilità dell’amministrazione comunale, naturalmente dopo aver superato tutti i vari step burocratici.

L’esempio a cui fa riferimento Maria Pia Romano si compone di due eventi: il simbolico abbraccio dell’area della Pertite che nel 2010 aveva coinvolto oltre 2500 piacentini in un evento di festa davvero unico, e il referendum dell’anno successivo nel quale si erano espressi più di 30mila piacentini chiedendo a chiare lettere che la Pertite diventi un parco.

Oggi si festeggia il quarto anniversario dell’Abbraccio e lo si fa al Baciccia a partire dalle 18,30 con i rappresentanti del Comitato e con tutti i simpatizzanti che in questi anni si sono impegnati sul fronte Pertite parco pubblico.

Un evento, l’aperitivo di oggi, che ci offre l’occasione di fare il punto della situazione sul percorso intrapreso dal Comitato, come «pungolo delle istituzioni» (per dirla sempre con Maria Pia Romano), ma anche e soprattutto sul percorso dell’Amministrazione comunale che deve poi tradurlo in fatti e sceglierne di volta in volta le varie strade.

Ed è su queste scelte che negli ultimi mesi si è accesa la polemica tra Comitato e Comune; non tanto perché le visioni siano differenti, anzi, ma proprio perché le vie per arrivare all’obiettivo finale, e cioè il Parco della Pertite, sono state e sono tuttora valutate in modo differente.

In estrema sintesi, il punto di maggiore contrasto tra Comune – che all’abbraccio era presente con la precedente Amministrazione guidata da Roberto Reggi di cui faceva parta anche l’attuale sindaco Paolo Dosi – e il Comitato è il seguente: il Comitato, per tramite del Movimento 5 Stelle, aveva proposto una variante all’attuale Piano regolatore nella quale si destinasse formalmente l’area in questione a verde pubblico; variante che anticipasse l’approvazione del Psc, il Piano strutturale comunale, con notevole taglio dei tempi. Ma il Comune ha una visione diversa, pur ribadendo di concordare sull’obiettivo finale. Emendamento bocciato e con esso la variante.

 

Ma ricostruiamo, dal punto di vista del Comitato, le ragioni che hanno animato l’attività in questi anni.

L’area della Pertite consta di una superficie di 280.000 mq, in massima parte coperta da vegetazione ( circa l’89%). Il restante 11% è costituito da capannoni e tettoie molti dei quali fatiscenti o diroccati e da 4 o 5 abitazioni di servizio.

Perché un parco?

  1. Bisogno primario di spazi verdi fruibili, in una città dove il problema dell’inquinamento costituisce fonte di pericolosità per la salute
  2. La difesa dell’ultima grande area non cementificata alle porte della città con vocazione a parco/bosco urbano
  3. La forte esigenza di migliorare la qualità della vita dei cittadini
  4. La volontà di non dimenticare coloro che in quel luogo persero la vita nello svolgimento del loro lavoro.

                                                        

Perché l’area può essere ottenuta gratuitamente?

Il senatore Latorre nell’incontro con noi del Comitato nel febbraio scorso ha specificato che esiste la possibilità concreta di ottenere l’intera area gratuitamente perché è stata emanata recentemente una disposizione di legge in base alla quale il Demanio può cedere a titolo completamente gratuito un bene dello Stato per fini esclusivi  di pubblica utilità .

                                  

Ostacoli superati ed esistenti

Per il trasferimento dell’area attualmente militare al Demanio è necessario risolvere due problemi: la completa bonifica dell’area e lo spostamento della pista per la prova dei carri armati.

Ad oggi, da notizie date in specifici incontri con il Gen. Totteri, comandante del Polo di Mantenimento Pesante Nord, risulta che l’area è stata liberata di tutti i residuati bellici e che è già iniziata la bonifica a spese dello Stato. Si prevede che l’opera di bonifica verrà portata a termine entro la fine dell’anno. Il problema dello spostamento della pista di collaudo è l’ultimo da risolvere: va individuata l’area idonea ( militare o comunale) attraverso una trattativa Comune- Ministero della Difesa.

I motivi di malcontento

E’ vero che l’Amministrazione Comunale ha ribadito che l’area verrà destinata interamente a parco ed è vero che è stata modificata la scheda A.T.5.3-progetto aree militari-Pertite del PSC al punto “Strategie ed Obiettivi”cancellando le ipotesi edificatorie del Masterplan di spostamento delle volumetrie in altre aree, ma le espressioni usate lasciano aperte perplessità ( “ Qualora si disponesse dell’intera o parte dell’area si destinerà la stessa a verde pubblico con relativi servizi complementari e di supporto”). E’ altrettanto vero che nessun ulteriore atto formale di carattere amministrativo è stato finora adottato.

E’ un problema di volontà politica? E’ un problema tecnico-amministrativo connesso all’interpretazione di una norma?

Il parco può essere anche una fonte di sviluppo economico?

Noi intendiamo che l’area mantenga le  sue caratteristiche naturali: un’ ampia area  fatta di spazi verdi e boschetti nel rispetto della flora e della fauna esistenti. Auspichiamo il recupero dei capannoni ancora in buono stato per attività di pubblica utilità. La sistemazione del verde, la ristrutturazione dei capannoni e le attività che si potranno svolgere in un’area così vasta porterebbero un vantaggio economico alla città.

Come coinvolgere maggiormente la cittadinanza?

Il Comitato Pertite da anni si impegna in iniziative di sensibilizzazione e coinvolgimento dei cittadini sul problema dell’acquisizione dell’area. Ritiene importante informare sulle decisioni che verranno prese in sede di trattative con l’Amministrazione e dell’Amministrazione con il Ministero della difesa attraverso gli organi di informazioni locali.

Quali le richieste del Comitato nella prossima riunione in Comune?

  1. Affrontare il problema del collocamento della futura pista di collaudo.

Non accontentarsi dei circa 26.000mq che verranno ceduti dal Ministero della Difesa ma chiedere l’ottenimento dell’intera area, evitando cedimenti di tipo speculativo.