Le acque sembravano essersi calmate e invece, in mattinata, martedì 3 giugno, alle prime luci dell'alba sono tornati i picchetti al magazzino Ikea di Le Mose. A bloccare i cancelli gli iscritti del sindacato Si Cobas, insieme ad alcuni gruppi studenteschi e della sinistra alternativa, che come sempre hanno usato il loro corpo per impedire l’ingresso delle auto degli altri lavoratori e ai camion in entrata o in uscita. Sul posto erano presenti le forze dell’ordine, che senza il supporto dei reparti antisommossa hanno riportato la situazione alla normalità, a parte qualche diverbio tra dipendenti che volevano lavorare e manifestanti (in allegato la foto della lunga coda ai cancelli). Soprattutto alle prime luci dell'alba si sono vissuti momenti di tensione tra alcuni facchini e alcuni autotrasportatori (VEDI VIDEO). La polizia è riuscita comunque a impedire che la situazione degenerasse. I lavoratori non iscritti ai Si Cobas hanno faticato ad entrare nello stabilimento, i dipendenti che avrebbero dovuto iniziare il turno alle 6 sono riusciti a entrare solo intorno alle 9.
La protesta, dopo un periodo di sosta, è tornata ad esplodere a causa dei provvedimenti adottati dalla cooperativa San Martino (che gestisce il personale) verso i 24 facchini licenziati per aver occupato abusivamente un reparto. Intorno alle 9,30 picchetti sono stati tolti, anche perché l'adesione alla protesta è stata molto bassa (circa una ventina i manifestanti) e gli iscritti al Si Cobas hanno permesso l'apertura dei cancelli con il ritorno alla piena produttività del magazzino Ikea.