Il patrimonio della Fondazione di Piacenza e Vigevano è stato l'argomento del Consiglio comunale di oggi. Per l'occasione erano stati invitati Giovanni Rabaiotti e Milena Tibaldi Montenz, consiglieri nominati dal Comune. Una situazione, quella del patrimonio della più importante fondazione piacentina, non certo rosea e oggetto di attenzione sempre maggiore da parte dell'opinione pubblica più qualificata e di chi ha ruoli pubblici. A partire dai consiglieri comunali i cui interventi di oggi sono stati tutti improntanti alla necessità di gestire al meglio il denaro dei piacentini (perché tale è) soprattutto in periodo di crisi economica.
Occhi puntati sugli investimenti, alcuni dei quali nel recente passato si sono rivelati decisamente improduttivi, quando non del tutto fallimentari tant'è che è stato necessario attingere al fondo di riserva che ora, poco alla volta, dovrà essere ricostruito.
Più o meno tutti in linea i consiglieri comunali, sia di maggioranza che di opposizione, nel chiedere maggiori informazioni sulle elargizioni dell'ente e sugli investimenti. Marco Colosimo di Piacenza Viva ha puntato il dito subito contro i due consiglieri della fondazione proprio per scarsità di informazioni con riferimento agli investimenti più disastrosi, come ad esempio Banca Monte Parma.
E proprio per tenere una sorta di occhio di bue costantemente puntato sui criteri degli investimenti inseriti nell'ultimo bilancio, il consigliere leghista Massimo Polledri ha presentato un ordine del giorno nel quale si propone di affidare alla commissione consiliare 1 l'attività di approfondimento sul bilancio stesso con l'aiuto degli avvocati comunali e degli esperti dell'ufficio bilancio, sempre del comune. Ordine del giorni firmato da tutti i capigruppo fatta eccezione dei Moderati.
Ad affondare il colpo c'ha pensato Tommaso Foti di Fratelli d'Italia che esordito il suo intervento facendo presente che chiunque in questi anni poteva sapere tutto quello che c'era da sapere sulle condizioni della Fondazione. «Inutile fare le vergini dai candidi manti» dice Foti che poi rincara la dose dicendo che la vera missione della Fondazione in questi ultimi mandati era fare elargizioni mirate a far contenti gli stessi componenti del consiglio di amministrazione. «Il problema – sbotta Foti – è che i soldi sono di tutti i cittadini e non del cda della Fondazione».
Dopo la raffica di interventi e dopo i ringraziamenti per la raffica di interventi, sono arrivate le risposte dei due consiglieri della Fondazione invitati a rendere conto di fronte al Consiglio. «Abbiamo fatto solo pochi consigli – dice Rabaiotti – e possiamo dire quello che abbiamo fatto. Appena siamo arrivati in Fondazione abbiamo subito tentato di porre regole più chiare. Per prima cosa la strategia delle erogazioni. C'è un documento ancora da approvare e che appena sarà approvato vi faremo avere. Quando si parte dalle regole di solito si risolvono i problemi.
E' stata fatta la commissione sugli investimenti, e questa è una cosa assolutamente importante. La situazione non è rosea ma non è nemmeno drammatica. In effetti molti investimenti sono stati molto concentrati sulle banche e sarebbe meglio differenziarli. Ma se ci fossero stati investimenti immobiliari, oggi sarebbe peggio. Per quanto riguarda gli investimenti sulle banche, nel 2008 non erano investimenti così assurdi. Anche banche grosse hanno perso, banche da cui non ci si aspettavano perdite.
Dopo il 2008 c'è stata la crisi che non si è ancora risolta. Non si è sempre bravi, non si può sempre investire sulle le cose che funzionano. L'idea è sempre stata quella di distribuire soldi sul territorio. Il giorno 21 maggio è stata fatta la prima riunione della commissione degli investimenti. Lavoreremo per equilibrare meglio le cose. Obbligazioni più strutturate. Investiremo sull'Italia. Anche se ci sono state alcune operazioni non di successo, la volontà è sempre stata quella di non perdere. Stiamo lavorando bene, ci vuole tempo.
Ma a inizio seduta c’è stato spazio anche per qualche siparietto legato alle recenti elezioni: il consigliere di maggioranza Guglielmo Zucconi ha regalato una scatola di Maalox, medicinale per il mal di stomaco, ai colleghi del Movimento 5 Stelle, sulla scia di quanto fatto dallo stesso Beppe Grillo per digerire il risultato delle urne. E sembrano aver preso la provocazione con stile: "Bisogna saper ridere ed accettare queste simpatiche iniziative" ha commentato il consigliere Andrea Gabbiani.