"Si confezionano rimedi su misura. Devono essere utilizzati i farmaci giusti per il malato giusto". Così ha esordito il vicepresidente della Lega Italiana per la lotta contro i tumori (Lilt) Franco Pugliese nella conferenza di questa mattina tenutasi presso l'ospedale vecchio di Piacenza. È stata l'occasione per presentare uno strumento importante che mira a combattere i tumori in modo particolarmente efficace: un sequenziatore speciale che fa di Piacenza un'eccellenza a livello nazionale.
Contributo essenziale per la realizzazione del progetto è stato quello della Lilt, che ha sostenuto le spese per l'investimento iniziale e per l'acquisto di una parte della strumentazione che verrà utilizzata nel laboratorio per una serie di attività diagnostiche su malattie ematologiche, mentre l'Azienda Usl sosterrà i rimanenti costi.
Il sequenziatore è uno strumento all'avanguardia nella terapia per combattere il tumore: bastano poche cellule per vedere la mutazione. Il referto viene consegnato agli oncologi nel giro di quattro giorni, quando la media nazionale invece è di due settimane.
"Uno strepitoso salto in avanti per l'ospedale di Piacenza – spiega il dottor Luigi Cavanna – che nel 2013 rischiava di uscire dal cerchio dei 60 centri accreditati a livello nazionale. Grazie alla Lilt e alla sua donazione siamo rientrati in carreggiata".
I farmaci inoltre devono essere somministrati solo se la situazione del paziente lo richiede. Quindi è necessario svolgere un test genetico per stabilire quali persone potranno beneficiare delle cure mirate.
L'aumento delle terapie mirate disponibili e l'incremento del numero dei geni da analizzare ha reso necessario passare a una nuova tecnologia, quella del pirosequenziamento.
Sapere in anticipo se una terapia oncologica potrà funzionare su un determinato paziente o aiutare gli ematologi a definire, in una fase iniziale, se una proliferazione cellulare é benigna o maligna, caratterizzandola dal punto di vista biologico. Sono queste due delle importantissime applicazioni del nuovo sequenziatore in uso da qualche mese all’ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza.
Collocata nell’unità operativa di Anatomia patologica, la tecnologia è in grado di fornire la sequenza degli acidi nucleici che compongono il DNA umano. “La sequenza del DNA – sottolinea Carlo Paties, direttore – contiene tutte le informazioni del patrimonio genetico: i geni possono presentare caratteristiche fisiologiche ma anche patologiche”.
Ed è proprio in questo secondo scenario che si gioca la potenzialità del sequenziatore. Lo studio e la lettura dei geni è affidata al biologo molecolare Alessandro Ubiali, in forze all’Anatomia patologica di Piacenza da più di tre anni.
“Identificare mutazioni o anomalie strutturali che differenziano un DNA dall’altro – spiega l’esperto, che già a Brescia come ricercatore aveva consolidato una buona esperienza nel settore – può aiutare a fare la diagnosi di una malattia o a predire la risposta a una terapia”.
La prima funzione si svolge a Piacenza già da oltre un anno. “Il sequenziatore – spiega il dottor Ubiali – aiuta a stabilire se le cellule sono tutte uguali tra di loro o eterogenee. Questo può essere utile, insieme ad altri elementi, per valutare in fase iniziale una malattia del sangue”. La casistica, nel nostro ospedale, prevede circa duecento casi all’anno, con un centinaio di analisi già eseguite utilizzando il sequenziatore.