Andrea Bottazzi ha già la cravatta con lo stemma del Piacenza. Quella di riserva la tiene in tasca. Arriva in sala stampa dopo Marco e Stefano Gatti e si dice emozionato nonostante conosca bene quelle scale, quel piazzale e quello stadio. Poco prima della sua presentazione ufficiale da nuovo diesse del Piacenza, Marco Gatti ha parlato della situazione del Garilli, che il prossimo anno, con tutta probabilità, verrà spartito col Pro Piacenza. "Parleremo col Pro per la divisione dei costi, molto tranquillamente" dice il presidente del Piacenza. Insomma, non ci sarà un PalaBanca bis. Poi Gatti ricorda Vittorio Pissasegola, storico fisioterapista del Piacenza scomparso la settimana scorsa. "Ci mancherà tantissimo. Vittorio era uno di noi". A questo punto entra Bottazzi, che viene introdotto da Marco Gatti. "Il primo tassello della prossima stagione è lui, l'abbiamo voluto fortemente perché la figura del direttore sportivo mancava e siamo contenti che abbia accettato la nostra proposta. È sicuramente una persona che ha le caratteristiche per poter provare a fare un campionato importante e per iniziare un discorso a lungo termine. Gli abbiamo dato carta bianca, sarà lui a decidere chi sarà il mister il prossimo anno e chi saranno i giocatori". Poi tocca a lui, Bottazzi, 46 anni, piacentino ed ex giocatore del Piacenza, che arriva dal Castiglione. "Sono emozionato – dice – perché torno a casa. Ho avuto la fortuna di indossare la maglia del Piacenza come giocatore e ora, grazie ai fratelli Gatti, ho questa possibilità di lavorare nella città in cui vivo e per la maglia che porto nel cuore. Quando ho parlato con Marco non ho dormito per due notti. Mi ha convinto la voglia del Piacenza di migliorare e di credere a un progetto a medio e lungo termine. L'idea è quella di strutturarci a livello tecnico, perché c'è un progetto che prevede una crescita per gradi, facendo un calcio di un certo tipo e costruendo qualcosa per il futuro. Dal punto di vista tecnico darò molta importanza al settore giovanile e al vivaio. La squadra ha fatto un ottimo campionato da neopromossa, ma so che il secondo posto non basta. I presidenti mi hanno dato un'idea di budget e dovremo cercare di sbagliare il meno possibile. Cerco sempre di sfruttare al massimo le risorse, con un occhio sempre attento ai bilanci". Si passa al campo. "Un'idea di massima sulla squadra ce l'ho, ed è già stata fatta una programmazione. Stiamo seguendo diversi giocatori. Tra C e D – prosegue il nuovo diesse biancorosso – non c'è una grande differenza. Servono giocatori che abbiano personalità, cuore e qualità morali, oltre ovviamente allo spirito di sacrificio, perché in serie D bisogna correre tanto. Vorrei una squadra garibaldina, che imponga il gioco e che trascini la gente". Già, ma chi sarà l'allenatore di quella squadra? "Sono amico di William Viali, è un tecnico che mi piace, tant'è che volevo portarlo a Castiglione. Però ho dei dubbi su quel che lui potrebbe dare adesso al Piacenza, dopo due anni molto intensi. Per questo stiamo seguendo altre piste che riguardano allenatori tutti diversi fra loro. Nel giro di una decina di giorni, anche meno, saprete".