Antonio Cerciello stringe un pezzo di carta fra le mani. Lì, su quegli appunti scritti a mano, c'è il futuro della Rebecchi Nordmeccanica. Dietro di lui c'è Vincenzo, che saluta i giornalisti e raggiunge il padre dietro la scrivania. I giornalisti sanno già che, con tutta probabilità, si parlerà della questione legata al PalaBanca e del rapporto tra la squadra campione d'Italia e l'amministrazione comunale. Però non s'aspettano ciò che poco dopo emergerà dalle parole del presidente onorario della Rebecchi. Cerciello si siede, apre il foglio e annuncia: "Abbiamo chiesto più volte al Comune di darci una risposta per quanto riguarda il PalaBanca. L'amministrazione non ce l'ha data, così abbiamo deciso di lasciare il volley". Cerciello ha un tono duro, deciso, quasi solenne. E' il tono di chi ha riflettuto a lungo prima di prendere una decisione definitiva. Cerciello non tornerà indietro.
Non è una provocazione, un sfogo, una strategia comunicativa. Cerciello lascia. Tavoli di rito, incontri in Comune con sorrisi di circostanza e strette di mano per i fotografi non serviranno. Su questo Cerciello è molto chiaro: "Finchè vivrò, non metterò più una lira nello sport. Quello che chiedevamo era di giocare al PalaBanca con le stesse cifre degli ultimi anni, ma fino a oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta". Qualcuno ci prova: potrebbe ripensarci? "No", replica secco Cerciello. "Questa posizione non verrà più rivista. La famiglia Cerciello esce dallo sport. Chiaro? Non ci sono margini di trattative. Chi vuole prendere il titolo, lo prenda. Noi non ci iscriviamo né alla Champions League né al campionato. Noi, che su questa città abbiamo investito tantissimo, siamo stati trattati così dalle isitituzioni. Mi spiace solo per i tifosi, a cui chiedo scusa". Vincenzo Cerciello ascolta. Insieme con lui, al tavolo, ci sono Giovanni Rebecchi e Alfredo Cerciello. "In questi anni ci siamo creati una certa credibilità – dice Vincenzo – ed è diventato difficile portarla avanti.
In Italia spesso ci si dimentica che i tempi dello sport sono rapidi, non come quelli della burocrazia o della politica. Una società sportiva deve muoversi rapidamente sul mercato e, senza sapere dove avremmo giocato, era impossibile farlo, anche se avevamo già contattatto allenatori e giocatrici. Che, a questo punto, giustamente, abbiamo liberato in modo da consentire loro di cercarsi un'altra sistemazione. La decisione è stata presa a malincuore – prosegue Vincenzo Cerciello – ma il PalaBanca era l'unica struttura in cui potevamo giocare. Non ci è stato concesso e così abbiamo fatto un passo indietro". "Sono d'accordo con tutto quel che è stato detto. Sono stati anni unici e memorabili – aggiunge Rebecchi – ma è chiaro che la programmazione è la base di tutto e, ai livelli che abbiamo raggiunto, una società come questa non poteva vivere nell'incertezza. Ringrazio tutti per questa bellissima esperienza che ho fatto con persone davvero speciali". I giornalisti si rifanno sotto con Antonio Cerciello, ma non c'è niente da fare. La decisione è stata presa: la Rebecchi Nordmeccanica esce dal volley e dal baseball. Dopo il Copra, anche la Rebecchi. Dalla capitale del volley alla totale incertezza nel giro di due settimane. Benvenuti a Piacenza.
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