Venerdì 16 maggio alle 21 al Teatro Municipale, ultimo appuntamento con la Stagione Concertistica 2013-2014 della Fondazione Teatri di Piacenza. Salirà per la prima volta sul podio piacentino il Maestro Vladimir Ashkenazy che dirigerà l'Orchestra della Svizzera italiana in un programma in cui il filo conduttore può essere ritrovato nell'elemento “fiabesco”.
Ad aprire la serata sarà l'Ouverture Accademica in do minore di Johannes Brahms, una lectio magistralis in note per la laurea onorifica ricevuta dall’Università di Breslavia, in cui il compositore ribadisce ancora una volta la propria poetica musicale, pura e formalista. Sembrerebbe quindi che Brahms con le fiabe non c’entri nulla . Se non fosse che la citazione iniziale del poeta Novalis fu proprio il giovane Johannes a trascriverla ne Lo scrigno del giovane Kreisler, il personalissimo album in cui copiava i passaggi fondamentali delle letture che con assidua regolarità scandivano le sue giornate.
A seguire Leggende op.59 di Antonín Dvořák. Il compositore fu da sempre interessatissimo al tema del popolare in musica e prese la fiaba – nella variante della leggenda – come scusa per addentrarsi ulteriormente nelle sonorità folkloristiche. E di scusa propriamente si tratta, dal momento che della leggenda Dvořák ha volutamente tralasciato il dato primario, cioè il contenuto narrativo: nessuno dei dieci movimenti che formano le Leggende ha infatti il benché minimo rimando a una storia, e nemmeno una seppur vaga ispirazione letteraria nel titolo. Si tratta, infatti, di brani esclusivamente musicali – miniature, si potrebbe anche dire – che presentano dei microcosmi impregnati di sapori boemi: movimenti di danza appena accennati, suggestivi lirismi di possibili canzoni, che lasciano solo intuire quale avrebbe potuto essere la storia da raccontare.
Nikolaj Rimskij-Korsakov, di cui venerdì verrà eseguita, a chiusura di serata, la suite sinfonica di Shéhérazade, aveva invece ben in chiaro la storia che voleva raccontare con questa suite sinfonica: il suo particolare interesse per l’Oriente e per l’esotico avrebbe in essa trovato una sgargiante veste orchestrale ad alcune delle mitiche novelle arabe raccolte nelle Mille e una notte. «Il Sultano Shāhrīyār, convinto che tutte le donne fossero false ed infedeli, giurò di mettere a morte ogni sua moglie dopo la prima notte di nozze» spiega lo stesso Rimskij-Korsakov «Ma Shéhérazade riuscì a salvarsi intrattenendo il suo signore con racconti affascinanti, per mille e una notte consecutive. Il Sultano, roso dalla curiosità, rimandava di giorno in giorno l’esecuzione della moglie, ed infine rinunciò alla promessa sanguinaria».