Molinaroli: “Palabanca vendesi a 1 milione e 200 mila euro”

Doveva essere un incontro aperto anche al mondo economico e imprenditoriale con le attese presenze dei vertici di Confapi, Camera di Commercio e Confindustria, invece del mondo dell’ economia piacentina neppure l’ ombra.

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Si cercava, anche da parte loro, un’ idea, una possibile soluzione alla crisi Copra Elior e invece, ancora una volta, è stato il patron biancorosso, Guido Molinaroli a spiazzare tutti, nel corso della serata di ieri in Sant’ Ilario alla quale hanno partecipato il sindaco Paolo Dosi e l’ assessore allo sport Giorgio Cisini.

Interventi anche da parte del presidente provinciale del CONI, Robert Gionelli, del vicepresidente della Provincia, Maurizio Parma, a sorpresa di Diego Mosna, presidente della “rivale” Trento, che ha portato la sua testimonianza e infine un intervento telefonico di Federica Lisi Bovolenta che ha ricordato i bei momenti trascorsi a Piacenza, che considera come una seconda casa, e che si è dimostrata fiduciosa in una continuazione del percorso intrapreso da Guido Molinaroli.

Si è discusso dei problemi della società e della querelle sul Palabanca con il presidente della Rebecchi Nordmeccanica Antonio Cerciello, convitato di pietra, che Molinaroli non ha mai nominato per tutta la serata ma che ha chiaramente fatto capire quando parlava di lui.

Il numero uno biancorosso ha letto sugli organi di informazione la polemica sollevata da Cerciello, puntualizzando che l’ impianto di Le Mose è di proprietà di Copra Elior fino al gennaio 2018 ed è pertanto a Copra Elior che bisogna avanzare richiesta di utilizzo dell’ impianto.

Tuttavia una ulteriore soluzione al problema Palabanca ci sarebbe e l’ ha trovata lo stesso Molinaroli il quale l’ ha annunciata alla platea come nel suo stile, senza mezzi termini e fuori dai denti: “Io sono disposto a vendere il Palabanca a un milione e 200 mila euro, una sciocchezza per gli industriali che hanno le ville a Rivalta. Con questa cifra – continua Molinaroli – si fa un vero affare: ci sono 30 bagni, ampio salone, ci potete mettere tutti gli ospiti che volete e c’è una marea di posti auto”.

Ma chi potrà comprarlo? Molinaroli si rivolge al Comune che diventerebbe subito proprietario dell’ impianto sportivo, senza aspettare il 2018. Il presidente di Copra Elior viene anche incontro all’ Amministrazione di Palazzo Mercanti, accettando in permuta un immobile comunale.

“Con il ricavato della vendita – ha detto ancora il patron piacentino – ci pagherei l’ iscrizione al prossimo campionato, e poi l’ affitto per giocare al Palabanca oppure giocheremo al Palanguissola”.

I tempi sono stretti e tra quindici giorni scadono già i termini per l’ iscrizione alla Champions League e tra poco più di un mese quelli per iscriversi al campionato. Molinaroli è perentorio e in mancanza di interlocutori afferma che “Già da lunedì potrei mettere sul mercato i pezzi pregiati e ci terremo il diritto per l’ A1. Se ancora entro metà giugno non ci sarà nessuno che si sarà fatto avanti non ci iscriviamo al campionato. Sono disposto a regalare il titolo sportivo a città che ne hanno già fatto richiesta: Milano, Modena, Bolzano, Bologna e Catania. Se loro si dimostrassero interessati, piuttosto che lasciar decadere il titolo lo lascio a una di queste città”.

Ovviamente dopo questa affermazione è calato il gelo in sala, in un Sant' Ilario pieno come non mai, ma i tifosi hanno sdrammatizzato intonando il coro “Presidente portaci a Catania”.

I tifosi, proprio coloro i quali hanno sofferto per le sconfitte sportive e gioito per le vittorie dei loro beniamini, adesso sono in attesa di sapere come andrà a finire e, dal canto loro, esortano la cittadinanza e gli imprenditori a tirar fuori l’ orgoglio piacentino.

Manuela Gotti, dei Lupi Biancorossi, ha invitato a fare proprio questo: “L’ appello stavolta lo faccio io: seguiteci, tirate fuori l’ orgoglio piacentino”. Sono state queste le parole conclusive del suo intervento rivolto all’ imprenditoria piacentina, grande assente nella serata di ieri. In platea abbiamo visto anche qualche lacrima perché non può e non deve finire così.