Piacenza, scontri all’Ikea: “A rischio il magazzino”. Cobas: “Basta dialogo”

Scontri all’Ikea questa mattina, 7 maggio, alle prime luci dell’alba. I facchini che in questi giorni stanno protestando contro l’estromissione di 33 lavoratori della cooperativa San Martino tramite una lettera di sospensione, hanno bloccato l’ingresso dei tir a partire dalle 5 circa. Intorno alle 6,30 la polizia ha deciso di sciogliere i blocchi caricando con i manganelli e con agenti in assetto antisommossa e utilizzando i lacrimogeni. Si sono registrati anche alcuni feriti, nessuno, pare, in modo grave, ma solo qualche contuso o intossicato dai gas. Per dare sostegno ai manifestanti sono giunti a Piacenza quest'oggi persino alcuni giovani appartenenti a Crash, un centro sociale bolognese, oltre alla sinistra antagonista piacentina, guidata dal consigliere Carlo Pallavicini.

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La tensione è stata alta visto che, una volta sciolto il primo blocco, lo scontro si è articolato lungo gran parte del polo logistico, con groppuscoli di manifestanti sparsi e con le forze dell'ordine in difficoltà nel fermarli. Alla fine operai e giovani si sono ricompattati, lungo la strada che porta all'entrata 9 e sono riusciti a bloccare i camion sdraiandosi a terra. E, nonostante gli avvertimenti del questore Calogero Germanà, sono riusciti nel loro intento, con le forze dell'ordine che non hanno potuto far altro che prenderne atto – per non surriscaldare ulteriormente il clima – e concludere le cariche. 

"Continueremo la lotta, dopo il finto incontro di ieri – ha confermato Bruno Scagnelli, delegato Cobas -. Me l'hanno detto gli stessi responsabili sindacali di Ikea: continuate pure. Va bene, gli ho detto. Adesso non c'è più margine al dialogo e finché non mandano via la coop San Martino. Oltre ai problemi contrattuali e sanzionatori fanno picchiare la gente e sostituiscono quelli che scioperano con altri operai. Non si gioca con la vita della gente". 

Tutto è nato, lo ricordiamo, dopo la sospensione di 33 operai da parte della cooperativa San Martino (che gestisce il personale, ndr) che aveva segnalato come alcuni di loro avessero occupato giorni fa un reparto per protestare contro l'esclusione di un compagno al quale era stata cambiata la mansione visto che gli era scaduto il patentino da carrellista. Secondo i Cobas, invece, la sospensione sarebbe dovuta alla volontà della cooperativa di "tagliare la testa" al sindacato, non riconosciuto dall'azienda, espellendo alcuni suoi aderenti. 

 

IKEA ITALIA DISTRIBUTION HA DECISO LA SOSPENSIONE DELLE PROPRIE ATTIVITA’ NEL DEPOSITO 2 IN LOCALITA’ LE MOSE A PIACENZA

In seguito al blocco ai cancelli attuato questa mattina ad opera di un gruppo di manifestanti, blocco che impedisce l’accesso sia dei lavoratori di IKEA che delle cooperative, sia dei mezzi di trasporto e quindi delle operazioni di carico e scarico IKEA Italia Distribution ha deciso di sospendere le proprie attività sul Deposito 2 di Le Mose. Questa sospensione parziale permarrà con il permanere del blocco agli accessi.
La riduzione dell’attività della piattaforma logistica di Piacenza è oggetto di grande  attenzione da parte della Casamadre, dove si stanno valutando misure organizzative alternative volte a garantire l’approvvigionamento delle merci ai diversi punti vendita. A questo proposito IKEA ha chiesto e ottenuto, un incontro con SE il Prefetto di Piacenza per discutere degli impatti della situazione per i propri lavoratori e per le proprie attività.

I manifestanti che stanno attuando il blocco ai cancelli non sono dipendenti IKEA ma soci lavoratori della Cooperativa San Martino  Il blocco all’entrata dei depositi merci, già attivato ieri, è ripreso stamattina. Stante l’impossibilità di accedere ai depositi in una situazione di sicurezza, i lavoratori del primi turno sono tornati alle proprie abitazioni e IKEA ha comunicato la sospensione delle attività  anche ai lavoratori del secondo turno.

La Cooperativa San Martino è stata scelta come fornitore di servizi  di IKEA su Piacenza al termine di un processo di selezione tenutosi nell’estate del 2013 e che ha coinvolto oltre alla Casa Madre, consulenti esterni  e professionisti del settore. La Cooperativa San Martino oltre ad avere i requisiti tecnici e organizzativi richiesti, rispetta  i requisiti previsti  dallo standard IWAY, il codice di condotta che IKEA applica a tutti i propri fornitori.

LO Standard IWAY è il codice di condotta di cui IKEA si è dotata da undici anni si e che stabilisce requisiti chiari per tutti i suoi fornitori in merito al rispetto sociale ed alle condizioni di lavoro (la salute e la sicurezza dei lavoratori, rispetto delle prescrizioni sulle strutture e i luoghi di lavoro) e alle condizioni contrattuali dei lavoratori in tema di salario, orario di lavoro, benefit, rifiuto del lavoro minorile e del lavoro forzato.

IKEA Italia, ricorda l’importanza del Polo logistico di Piacenza, non solo per la presenza della propria piattaforma ma anche per l’indotto che genera e per la presenza di altri importanti centri di distribuzione. Il perdurare di uno stato di turbolenza o addirittura l’impossibilità di continuare ad utilizzare questo Polo, metterebbe a repentaglio un progetto occupazionale e di sviluppo di tutta questa area.

 

IL COMUNICATO DEL SINDACATO SI COBAS 

La lotta degli operai resiste al manganello e alle menzogne
 
A protestare davanti ai cancelli del deposito dell’IKEA di Piacenza contro la politica ed i provvedimenti antisindacali della San Martino/Confcooperative oggi non c’era un “numero limitato di soci lavoratori”, come recitava ieri il comunicato della cooperativa, ma la maggioranza di quelli operanti presso l’appalto.
La tesi della minoranza facinorosa, esposta dai “signori delle cooperative” cade miseramente dopo 24 ore. Si rafforza, invece, la nostra convinzione che ci fa ritenere che questa iniziativa repressiva sia deliberata ed orchestrata scientificamente per arrivare ad un licenziamento di massa per far fuori il Sindacato SI.COBAS.
Da qualche mese la San Martino, per mano del suo Direttore Alessandro Maffi, che nel frattempo ha assunto anche la carica di Direttore Generale della CONSICOPRA, ha intensificato le azioni disciplinari ai suoi soci più poveri ed ha contrattualizzato a tempo determinato decine di nuovi lavoratori, molti con contratto part-time nonostante lavorino 8 e più ore al giorno, addestrandoli alle varie mansione in previsione di rimpiazzare i potenziali scioperanti.
Il massiccio intervento di oggi delle forze di polizia in tenuta antisommossa e le botte elargite stamattina (con un lavoratore portato via in ambulanza) per salvaguardare “il diritto e la libertà di lavorare” di una minoranza, di cui fanno parte anche lavoratori della cooperativa operanti in altri appalti e spostati per sostituire quelli in sciopero, ce lo rafforza.
Domani si prosegue, stesso copione, e così sarà nei prossimi giorni, perché siamo pronti ad una lunga battaglia. La notizia intanto ha fatto il giro del paese e la solidarietà ci è giunta da molte città e situazioni che chiedono come poterci sostenere.
Domani, l’assemblea operaia prenderà le sue decisioni e lancerà un appello ed una campagna di mobilitazione e lotta per rilanciare ed estendere la solidarietà attiva alla nostra lotta. Una lotta che è parte integrante della battaglia di dignità e giustizia che il movimento degli operai della logistica ha saputo costruire in questi anni e patrimonio di tutto il movimento dei lavoratori stanchi di ricatti e soprusi. 
 
Oggi ci hanno chiesto di fare un incontro con personale che non poteva decidere nulla, ci ha chiesto cosa volevamo e per dovere di cronaca lo riportiamo per farlo conoscere a chi legge:
 
1.       Ritiro di tutti i provvedimenti disciplinari.
 
2.      Riconoscimento formale del SI.COBAS, delle RSA – Rappresentanze Sindacali Aziendali –  ed un accordo sindacale sui seguenti punti:
·         Applicazione delle tariffe del CCNL del 1 agosto 2013. Le cooperative stanno applicando le tariffe del 26.01.2011. Nelle nostre buste paga compare una voce “anticipo futuri aumenti/AFA” erogato in base al raggiungimento di un indice di produttività. Quei soldi non devono essere legati ad indici di produttività, al pari dei lavoratori IKEA che hanno il nostro stesso CCNL (contratto nazionale). Si deve porre fine al dumping contrattuale nel Deposito Ikea. A titolo esemplificativo la paga base di un 5° livello è attualmente di 1385.91 mensile e di 8,2494 oraria, mentre le cooperative continuano ad applicare 1355.15 mensile e 8,06637 oraria.
·         Istituti contrattuali di 13^, 14^ , TFR, FERIE, PERMESSI, ROL/EX-FESTIVITA’   non devono essere calcolati sulla base delle ore lavorate ma sulla base delle 168 ore mensili previste dal Contratto nazionale che specifica che per i mesi in cui il lavoratore lavora frazioni di mese superiori a 15 giorni gli istituti devono essere conferiti al 100%
·         La copertura integrale di malattia ed infortunio, senza nessuna deroga a pretestuosi cavilli, al pari dei nostri colleghi assunti da IKEA. Le cooperative non possono parlare di mutualità quando lasciano il socio-lavoratore ammalato od infortunato senza adeguata copertura economica. Questa, per noi, è una questione di civiltà, inderogabile!
Domani è un nuovo giorno … la lotta continua!
 
Sindacato Intercategoriale  Cobas
Coordinamento provinciale – Piacenza