Sono stati illustrati questo pomeriggio, nel corso di una conferenza stampa presso la Sala Giunta del Comune, i risultati della visita dei sottosegretari di Stato alla Giustizia e all’ Istruzione, Cosimo Maria Ferri e Roberto Reggi, presso la casa circondariale di Piacenza.
Per fortuna, hanno affermato entrambi, non ci sono più quelle condizioni di sovraffollamento a causa delle quali Piacenza era stata richiamata dall’ Europa. “Grazie alla costruzione del nuovo padiglione è stata risolta questa problematica e ora ci possiamo dedicare a questo altro importante aspetto, quello dell’ istruzione e della formazione” ha detto Reggi.
“La convinzione è quella che dando la possibilità ai detenuti di imparare un mestiere, ancorchè semplice, questi non tornino più a delinquere – ha proseguito l’ ex sindaco – e nel corso di questo incontro, molto operativo, abbiamo incontrato la direttrice del carcere e tutte le realtà che a vario titolo, professionale o volontario, operano nella struttura, sotto la regia del Comune di Piacenza che proporrà un progetto sostenibile dai due ministeri e, perché no, con il contributo dei privati così come altre realtà penitenziarie in Italia. Entro un mese il Comune presenterà un progetto e vedremo di sostenerlo secondo le nostre possibilità”.
Anche Cosimo Maria Ferri, sottosegretario alla Giustizia, magistrato, è stato d’ accordo con Reggi nel sostenere la tesi che oggi, con la costruzione del nuovo padiglione, le cose sono migliorate e quindi questa casa circondariale può diventare un modello e un punto di riferimento per una realtà penitenziaria nazionale che è piuttosto complessa.
Cosimo Ferri è figlio di Enrico Ferri, ex parlamentare ed ex ministro, noto proprio come “il ministro dei 110 all’ ora” per aver posto questo limite di velocità sulle autostrade quando era a capo del dicastero dei lavori pubblici, nel 1988.
“Dobbiamo pensare che in Europa – ha proseguito – non ci chiedono solo di rispettare gli spazi per detenuto ma anche di attuare progetti di formazione ed istruzione e di porre in essere una progettualità incisiva e diversa. Piacenza oggi, superato il problema del sovraffollamento, può diventare un istituto pilota, con la collaborazione tra MIUR e ministero della Giustizia, rafforzando i gradi di istruzione per la formazione in agraria, o nell’ oleodinamica, settore all’ avanguardia a Piacenza, oppure, in vista dell’ Expo, per l’ agricoltura sociale e l’ alimentazione”.
Il sindaco Dosi, dopo aver ringraziato i presenti, ha sottolineato che “il carcere non deve essere visto come un luogo di vendetta ma un luogo dove consentire di restituire alla società quanto ha tolto chi ha sbagliato”. Dosi ha notato come la formazione lavorativa e scolastica sia già un settore presente all’ interno del penitenziario, ma che occorra di una migliore organizzazione.
Si possono sviluppare progetti in campo letterario, rafforzando quanto già fatto dall’ associazione “Oltre il muro” che ha una redazione giornalistica che produce il mensile “Sosta forzata”. Per questo era anche presente la Dott.ssa Lucia Baracchini, sindaco di Pontremoli, capitale del libro e sede dell’ importante “Premio letterario Bancarella”. Magari, un giorno, ad essere insignito del prestigioso riconoscimento potrebbe essere un libro scritto da un ex detenuto.
I reclusi stanno fuori dalla cella per 8 o nove ore al giorno e queste attività rieducheranno e umanizzeranno la loro permanenza in carcere, riempiendo quegli spazi vuoti con progetti concreti ed educativi.
“Il Comune – ha detto l’ assessore Cugini – ha un mese di tempo per presentare le proposte ma noi saremo pronti anche prima, impegnandoci al massimo per dare operatività a questi progetti”. Al momento si pensa a laboratori di falegnameria, muratura e idraulica oppure a corsi per diventare elettricista e inoltre, guardando anche a Expo 2015, si pensa anche ad attività nel campo agroalimentare.