Mercoledì 7 maggio alle ore 21.15 al TEATRO SAN MATTEO va in scena NON MI RICORDO. Un inno all’amore, dolce e struggente. Un manifesto a maglie strette, come il legame che unisce Ginetta Maria Fino e Giuseppe “Pino” Mainieri.
All’interno di una scenografia semplice ma funzionale, i due attori portano da qualche tempo sui palchi teatrali italiani la storia di una vita nata in piazza a Bologna, e che oggi – dopo un terribile incidente che ha coinvolto l’attore – trova una nuova dimensione: quella della destinazione. Quella di un pubblico.
Ginetta Maria Fino e Giuseppe Mainieri sono la storia dell’Italia: le contestazioni sotto le Due Torri, le lettere dell’uomo durante la naja e la caduta con la Vespa, spaventosa e dolorosa, che l’ha costretto a uno stato di coma prolungato. La bellezza di questa spettacolo risiede nel “taglio” che Ginetta Maria Fino ha saputo connotare: giocando su registri anche comici – Mainieri sul palco ha una verve molto contagiosa – l’attrice descrive il microcosmo raccontando il macro. Ed è un dono raramente riscontrabile sulle tavole dei teatri, lì dove il sottile filo che separa la finzione dalla realtà spesso ha colori smaccatamente fluorescenti. Qui invece la storia è vera: è vera la forza dei due in scena, è reale il dolore della donna, ma è altrettanto straordinaria la capacità di sapersi mettere a nudo davanti ad una platea. Così si sgranano gli anni: il buffo incontro tra i due, l’amore che cresce, il matrimonio, la nascita del figlio nel 1982, l’anno dei mondiali di calcio. Pino non ricorda nulla: non la nascita del pargolo (per lui l’82 è l’inno di Mameli), non le lettere di contestazione, non il matrimonio, non il teatro. Ricorda – ma solo nel finale – gli anni della piazza: a pugno chiuso, proprio oggi che “i comunisti non esistono più”.
Un teatro civile che sa superare la definizione limitativa della stessa definizione: “Non mi ricordo” è un piccolo capolavoro di emozioni, costruito e cucito sui due attori/persone che si amano e conoscono tempi e respiri. Un manifesto che scorre sui tasti neri e bianchi del pianoforte: la risata diventa riflessione, come nei clown, quando sotto il sorriso si cela, spesso il dolore.
Ginetta recupera le trecentocinquanta pagine di lettere che Pino le ha inviato durante il servizio di leva tra il 1974 e il 1975 (alcune lette da Ginetta nello spettacolo), affinché gli restituiscano alcuni di quei ricordi perduti nell’incidente. Il 19 marzo 2003, per i venticinque anni del matrimonio, Ginetta e Pino celebrano nuovamente la loro unione (il video della cerimonia viene proiettato all’interno dello spettacolo). Tre testimoni, il figlio e il nipote di Pino e la sorella di Ginetta, testimoniano la “realtà” del primo matrimonio, quello del 1978, che Pino non ricorda più.
Giovedi 8 maggio ore 21 al Cantiere Simone Weil in via Giordano Bruno 4 è in programma QUANDO ERO MORTO. Prove aperte e incontro con i due attori Ginetta e Pino che condurranno un viaggio teatrale a seguito del loro primo spettacolo, una continuazione inedita per una nuova prova di grandezza teatrale.
A SEGUIRE ORE 21.45
MISTERO BUFFO…IN SICILIA
CON DANIELE ANZALONE