Papa Francesco a San Pietro celebra la messa di canonizzazione di Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII. Roncalli e Wojtyla sono ufficialmente santi. Un lungo applauso e grida di giubilo da parte di tutta piazza San Pietro hanno accolto la proclamazione. Subito dopo, le reliquie dei due pontefici sono state portate sull’altare di piazza San Pietro.
Della santificazione di Giovanni XXIII, al secolo Angelo Roncalli da Sotto il Monte (Bergamo) e del polacco Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla, abbiamo parlato con il Vescovo di Piacenza, Mons. Gianni Ambrosio, con il quale abbiamo fatto una chiacchierata su queste due importanti figure per la Chiesa cattolica.
Innanzitutto si tratta di due papi che ancora oggi sono molto amati. Probabilmente – ma non vogliamo fare, per carità, alcun tipo di classifica – lo è di più Giovanni Paolo II ma per una pura questione anagrafica: ci sono, infatti, molti giovani, molti ragazzi degli anni ’80, oggi padri di famiglia, che ovviamente non erano nati ai tempi di Roncalli e che invece sono cresciuti con il Papa polacco, Karol Wojtyla.
Anche per Mons. Ambrosio i ricordi più nitidi sono quelli con Giovanni Paolo II, che il Vescovo ha potuto conoscere personalmente, diversamente dal “Papa buono” che quando salì al Soglio di Pietro, nel 1958, vedeva un giovanissimo Ambrosio che ascoltava per televisione – allora neonato mezzo di comunicazione – la parola del Papa.
Memorabile per il Vescovo, ma non solo per lui, il “discorso della luna” che Roncalli pronunciò in occasione dell’ apertura del Concilio Vaticano II. Si tratta sicuramente del più famoso discorso della storia della Chiesa “che viene ricordato – dice Ambrosio – anche da chi non lo ha visto in diretta”.
“Di Giovanni Paolo II – spiega ancora Ambrosio – ho parecchi ricordi perché ho avuto modo di incontrarlo diverse volte, soprattutto in occasione della sua sofferenza, quando era ricoverato al policlinico Gemelli. Essendo l’ Assistente Generale dell’ Università Cattolica ho avuto occasione di salire nella stanza al decimo piano e di intravvederlo”.
Entrambi i papi, per Ambrosio, erano dotati di una capacità di entrare subito in contatto con la gente. “Giovanni Paolo II era come un grande fratello che ti metteva a tuo agio”, dice il presule piacentino.
In comune hanno avuto anche il desiderio, da parte dei fedeli, di essere santificati subito, nel caso di Giovanni Paolo II facendo anche uno “strappo” a quelle che sono le regole della canonizzazione le quali prevedono il verificarsi di due comprovati miracoli.
Questa cerimonia di domenica prossima sarà storica per molti motivi: a parte la presenza di due papi sull’ Altare, ma anche il più grande “dispiegamento mediatico” per portare a quante più persone possibile le immagini di Piazza San Pietro. La funzione religiosa verrà trasmessa in TV, anche in 3D e lo stesso sarà anche in 500 cinema nel mondo, nessuno, purtroppo a Piacenza.
Nella nostra città, però, come preannunciato da Mons. Ambrosio, si svolgerà nella serata di sabato 26, vigilia della Canonizzazione, una veglia di preghiera in S. Maria di Campagna per accompagnare idealmente e fattivamente con la preghiera il percorso di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II verso la Santità.