Un fronte comune nella lotta al gioco d’ azzardo, con un “esercito” composto, solo a Piacenza, da 8000 persone, tanti sono i sottoscrittori della proposta di legge popolare contro il gioco d’ azzardo patologico.
Piacenza, capofila in Regione, ha raccolto nei mesi scorsi un numero di consensi dieci volte superiore all’ obiettivo che si era prefissato, 800 firme, grazie all’ interessamento attivo di enti, parrocchie e associazioni che il presidente della Provincia, Massimo Trespidi, ha ringraziato nel corso della serata di ieri, svoltasi in Sant’ Ilario, primo incontro pubblico per discutere di questa piaga sociale che è l’ azzardopatia.
La serata, intitolata "Gioco d' azzardo patologico: il contesto nazionale e l' esperienza piacentina", ha visto al tavolo dei relatori, oltre al presidente Trespidi, anche il sindaco di Piacenza Paolo Dosi, il prefetto Anna Palombi e il Dott. Maurizio Avanzi del SERT di Piacenza.
Ospite il caporedattore di Avvenire, Luciano Moia. Proprio il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana è stato il primo giornale nazionale a capire la spaventosa gravità del fenomeno del gioco d’ azzardo, una vera e propria industria che fattura oltre 90 miliardi di euro, seconda solo a Fiat ed ENI.
Da tre anni Avvenire porta avanti questa battaglia, attraverso articoli, testimonianze e inchieste con cui si denuncia il pericolo del gioco d’ azzardo. A far scattare questa molla, secondo Moia, sono stati i “rilievi di cronaca, sociali e culturali che ci hanno spinto con coraggio ad affrontare un problema ignorato tutt’ora dai media nazionali perché il potere del gioco d’ azzardo e delle società che stanno dietro è terribilmente forte”.
E’ nata così “Bisca Italia”, una inchiesta in cui si fa luce sui pericoli e sulle relazioni pericolose tra gioco d’ azzardo e società, a cominciare dalla politica e dalle 10 concessionarie che dal 2004 hanno vinto le licenze per gestire il gioco d’ azzardo in Italia.
“Lo Stato – dice ancora Moia – diventa imprenditore del grande azzardo sperando di risanare i buchi di bilancio con i guadagni che arrivano dal gioco d’azzardo”.
Tuttavia sono stati fatti male i conti perché, come scrive lo stesso quotidiano della CEI e come conferma lo stesso Moia, “Lo Stato, non solo non guadagna nulla ma perde molti miliardi (incassa 7 miliardi di euro ma ne spende 30 per costi sanitari, di lotta all’ evasione fiscale e spese per le amministrazioni che contrastano il gioco illegale, ndr) e ciò dovrebbe far riflettere i nostri governanti e spezzare questi gangli che legano politica e società che gestiscono il gioco d’ azzardo, che hanno connessioni evidentissime, come dimostrano le recenti indagini di 30 procure italiane che mettono in luce il labile confine tra azzardo cosiddetto legale, gestito dallo Stato, e quello illegale gestito dalla criminalità”.
Una patologia, una dipendenza, che supera in numero di persone, alcool e droga. La nuova droga, che riduce sul lastrico, è il gioco d' azzardo patologico.
Si tratta, come spiega il Dott. Avanzi, di "una dipendenza in continua crescita a causa della capillare diffusione della possibilità di giocare che è sotto gli occhi di tutti. Il nostro problema – prosegue il medico – è quello di star dietro alle richieste di cura che stanno diventando davvero troppe”.
Sono troppe anche le occasioni per avvicinarsi al gioco d’azzardo: al bar, alla sala giochi, all’ agenzia e persino fin dentro casa con internet.
Tuttavia la maggior parte dei pazienti che si rivolge al SERT, per intraprendere un percorso di cura, usufruisce del gioco fuori casa. “Per ora – sottolinea Avanzi – il problema dei nostri pazienti è quello del gioco d’ azzardo con le slot machines. Per l’80% abbiamo pazienti con problemi di new slot, quelle dei bar, e con le VLT (le videolottery, ndr) che si trovano nelle sale giochi”.
Queste ultime sono le più pericolose, secondo Avanzi: “sono quelle che rendono dipendenti nel giro di pochi mesi e ti distruggono economicamente”.
Non esiste un identikit del giocatore tipo, così come non esiste una stima precisa di quanti piacentini siano affetti da gioco d’ azzardo patologico. “Tutti possono dire la propria opinione – secondo Avanzi – ma mediamente, in un territorio come il nostro, così diffusamente invaso, l’ 1% della popolazione – che è un numero enorme – può avere dei problemi”.
Infine una “tirata d’orecchi” anche per noi cronisti che spesso usiamo l’ espressione ludopatia per definire le patologie connesse al gioco d’ azzardo. Secondo Avanzi, “il termine ludopatia non è un termine scientifico e strizza troppo l’occhio al fatto che si tratti di un problema legato al gioco. Qui si parla di gioco d’ azzardo in cui ci sono in ballo dei soldi e quindi non è più un divertimento ma qualcosa di molto più serio”.