Lo storico custode del Siboni: “Al mio amico Gatti dirò che io ce l’ho fatta”

Al Siboni è tutto in ordine. Niente bottiglie vuote, niente bandiere. Della festa di ieri è rimasto solo uno striscione appeso alle recinzioni del campo: "2013-2014 uguale D, 2014-2015 uguale C". Luigi Bianchi è puntialissimo. Arriva in sede e si dirige verso gli uffici. Bianchi, 73 anni, è lo storico custode del Siboni. Da oltre trent'anni è lui ad avere le chiavi del campo del Pro Piacenza, che, dopo la vittoria sulla Sambonifacese, ha conquistato aritmeticamente la promozione in Lega Pro. Bianchi è la memoria storica della società di via De Longe. Da giocatore, in particolare con la maglia del Gossolengo, ha affrontato il Pro innumerevoli volte, quando tra i rossoneri c'erano anche l'attuale presidente onorario del Piacenza, Stefano Gatti, e Gianni Rubini. "Appena vedrò il mio amico Gatti – scherza Bianchi indicando una vecchia foto con Stefano in maglia rossonera – gli dirò che io ce l'ho fatta e lui no…".

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Luigi, è arrivato al Pro nel 1980, quando la sede era ancora sul Corso. Avrebbe mai pensato che un giorno la squadra rossonera sarebbe arrivata tra i professionisti?
"No, assolutamente. Voglio dire: stiamo parlano di serie C, di professionismo. Quando ho iniziato a fare il custode qui, negli anni '80, era impensabile una cosa simile".
Quando ha iniziato a crederci?
"Quest'anno, dopo 4-5 partite. Si vedeva che era una squadra forte e che merivata di vincere il campionato. Ieri, per me, è stata una giornata bellissima, che ricorderò fin quando sarò al mondo". 
Ne avrà di ricordi legati al Pro…
"Eh, ce n'è sono tanti, di ricordi. Tantissimi. Dai tempi della Terza categoria a quelli della Prima e della Promozione con l'avvento di Avella alla presidenza, fino ad arrivare all'epoca di Scorsetti".
Com'era il Siboni trent'anni fa?
"Dovevi fare tutto da solo e non prendevi una lira. Facevamo una cena ogni tanto, questa era la nostra ricompesa. Ma era divertente anche a quei tempi, con Zilocchi presidente e Corbellini che faceva il factotutm. Allora curavamo anche il campo, facevamo veramente tutto noi, dalla sistemazione delle piante fino al cortile. Adesso apro e chiudo il Siboni, do una mano. Quest'anno, per esempio, ho fatto il magazziniere per la prima squadra. Ho fatto tutte le trasferte e ho visto ogni gara del Pro".
Certo che trent'anni da custode del Siboni sono parecchi…
"Il calcio è la mia grande passione. Ho giocato per molto tempo e quando ho smesso ho iniziato a fare il custode qui al Pro".
Com'era Stefano Gatti da giocatore?
"Insomma…".
Era più bravo lei?
"Io tra i dilettanti me la cavavo molto bene".
E Rubini, com'era?
"Bravo".
Ha legato con qualche giocatore in particolare quest'anno?
"Con tutti. Questa è una squadra di ragazzi meravigliosi, corretti, alla mano, con cui si può sempre parlare. Consigli, però, non me ne chiedono, perché a giocare sono tutti più forti di me".
E ora? Che cosa s'aspetta dal Pro in serie C?
"Spero che si salvi. Mi piacerebbe molto vedere questa squadra nei professionisti almeno per un anno. Poi sarà quel che sarà".
Senta, visto che è stato promosso anche lei, chiederà un aumento?
"Assoutamente no. Se avranno bisogno di me, io sarò qui". Come da trent'anni a questa parte.