L’Assessore alla Salute Carlo Lusenti mette definitivamente la parola fine alla richiesta dei genitori di William che volevano proseguire la frequentazione del “Maimonides Medical Center” di New York, dove il ragazzo è in cura da dodici anni, invitandoli invece ad optare per la struttura piacentina di Villanova d’Arda.
Sulla vicenda era intervenuto, con un’interrogazione, Andrea Pollastri (FI-PdL), che, facendosi interprete dei cittadini e delle Associazioni piacentine che dal 2002 avevano raccolto fondi per consentire a William di curarsi in America, chiedeva alla Regione di “Verificare che la scelta fatta dall’ASL di Piacenza e dal Centro Regionale di Ferrara potesse garantire al giovane, oggi ventiduenne, le migliori cure possibile”.
Nella risposta l’Assessore ha ricostruito la vicenda: “Al momento della prima richiesta di ricovero all'estero per cure riabilitative, datata 2004, il Centro di Riferimento regionale, la Unità Operativa (U.O.) di Medicina Riabilitativa della Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, aveva espresso un parere positivo in quanto era stato presentato un programma articolato di interventi di chirurgia ortopedica funzionale associati a specifici interventi rieducativi motori finalizzati al tentativo di recupero di una deambulazione con ausili. Nell'esprimere tale decisione erano state prese in considerazione anche alcune problematiche relative alla presa in carico riabilitativa da parte dei servizi del territorio di residenza con non pieno rispetto delle indicazioni precedentemente fornite dal direttore della U.O. di Riabilitazione delle Gravi Disabilità Neuromotorie dell'Età Evolutiva della Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia. Le autorizzazioni degli anni seguenti sono state motivate dal completamento del progetto terapeutico.”
Le cose sono cambiate nel 2012: “In data 11/07/2012 – ha proseguito l’Assessore – il Centro di Riferimento Regionale di Ferrara ha espresso parere sfavorevole alla richiesta di ricovero all'estero " … in quanto i trattamenti proposti presso il centro estero in oggetto possono essere effettuati nell'ambito del territorio nazionale, in particolare è possibile una presa in carico per un adeguato progetto riabilitativo/assistenziale da parte del centro riabilitativo di Villanova sull'Arda (PC)”. In data 02/08/2012 la famiglia ha presentato, alla ASL di Piacenza, ricorso rispetto al parere sfavorevole del Centro di Riferimento Regionale di Ferrara. L'ASL di Piacenza ha quindi provveduto, con il consenso dell'interessato, a sottoporre a valutazione clinica specialistica William. La relazione prodotta conclude escludendo l'utilità di recarsi all'estero per ulteriori cicli riabilitativi, in quanto gli stessi possono essere effettuati presso il centro riabilitativo di Villanova sull'Arda. Essa è stata trasmessa dall’ASL di Piacenza al Centro di Riferimento Regionale di Ferrara il quale, in data 29/10/2012 ha espresso, di nuovo, parere sfavorevole al ricovero presso il centro estero " … in quanto il progetto riabilitativo del centro di Villanova sull'Arda (PC) ed i programmi individuati per il fabbisogno del paziente appaiono adeguati, ed è possibile espletare efficacemente la presa in carico riabilitativa nel territorio di residenza."
Le motivazioni, che nel 2012 hanno indotto il Centro di Riferimento regionale di Ferrara a esprimere parere negativo sono state riconfermate nell'ultima richiesta del 25 giugno 2013: i programmi riabilitativi possono essere effettuati nel territorio di residenza per il recente sviluppo di competenze specifiche nel territorio di Piacenza, l'effettuazione attenta, precisa e puntuale di rivalutazione fisiatrica del paziente da parte del direttore della Medicina Riabilitativa di Piacenza, l'adeguatezza del progetto riabilitativo e dei programmi di interventi predisposti, la presenza di alte competenze di chirurgia funzionale presenti, nel nostro Paese e nella nostra Regione, la competenza nel territorio regionale nel predisporre e condurre trattamenti riabilitativi post chirurgia funzionale e, da ultimo, per la disponibilità di una presa in carico omnicomprensiva da parte delle strutture riabilitative del territorio di competenza per garantire nel lungo periodo anche un' adeguata attività di partecipazione alle attività sociali e qualità della vita.”
Questa articolata risposta fornisce, secondo il punto di vista dell’Assessore, la dimostrazione che la vicenda è stata ben valutata e ben ponderata da più strutture ospedaliere specializzate e che il diniego è venuto dopo attenta valutazione.
“Fa piacere sapere – commenta Pollastri – che in Regione esistano centri come la Medicina Riabilitativa della Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara (per la riabilitazione delle gravi cerebro lesioni acquisite), le Unità Spinali di Montecatone Rehabilitation Institute S.p.A. e di Villanova sull'Arda (per la riabilitazione delle gravi mielolesioni), la U.O. di Riabilitazione delle Gravi Disabilità Neuromotorie dell'Età Evolutiva della Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia, centri che, come ha sottolineato lo stesso Assessore, richiamano un considerevole numero di pazienti dalle altre Regioni italiane e la cui attività è in linea con le migliori evidenze della letteratura internazionale e pertanto sono in grado di garantire cure efficaci al pari di altri centri riabilitati che si trovano all'estero.”
“Credo – prosegue – che conoscere l’esistenza di queste eccellenze del nostro Sistema Sanitario sia importante e sia rassicurante per i famigliari di William sapere che son poli di qualità pari a quello di New York e che il caso del loro figlio è stato valutato seriamente. È altrettanto positiva l’attenzione a voler ridurre l’impatto sociale della cura che consentirà al ragazzo di rimanere nella sua città, tra i suoi amici.”
“Tuttavia – chiosa l’azzurro – l’Assessore non ha assolutamente trattato il discorso economico: una sua parola avrebbe potuto fugare gli eventuali dubbi che la decisione di curare William in Italia sia dovuta anche a ragioni di risparmio per il Sistema Sanitario emiliano-romagnolo. Peccato anche che non si sia neppure voluta prendere in considerazione (l’Assessore nella sua risposta non ne fa neppure cenno!) la mia proposta di creare una commissione medica per al valutazione del caso, sarebbe stata una garanzia aggiuntiva.”