Anche nel Piacentino sono stati accordati ben 5 permessi a compagnie petrolifere che vogliono perforare il sottosuolo alla ricerca di idrocarburi. In tutta la regione sono già stati accordati dal ministero per lo sviluppo economico ben 35 permessi di ricerca già concessi per scavare pozzi esplorativi, e 14 istanze di autorizzazione, ancora pendenti, per trivellare in aree non interessate da alcuna attività mineraria. La Regione Emilia Romagna sembra infatti essere la più ambita tra le regioni italiane, nonostante nel 2012 sia stata devastata dai terremoti. E se le 35 autorizzazioni sono già state approvate, le altre 14 sono al vaglio della giunta Errani che vuole capire se esista un nesso tra trivelle e terremoti visto che la commissione di studio Ichese ha ipotizzato che quei fenomeni sismici del maggio 2012 potrebbero essere stati innescati dalle trivellazioni. La giunta Errani, alla luce delle conclusioni della commissione Ichese, del resto, ha fatto sapere che la possibilità che ci sia un nesso tra trivelle e terremoti sarà verificata da un gruppo di lavoro costituito appositamente presso il ministero dello Sviluppo Economico.
ANNUNCIO DELL’ASSESSORE PAOLA GAZZOLO IN ASSEMBLEA LEGISLATIVA
È da ieri on line sul sito della Regione il rapporto redatto dalla Commissione Ichese (International Commission on Hydrocarbon Exploration and Sismicity in the Emilia Region), incaricata di valutare possibili relazioni tra attività di esplorazione per idrocarburi e aumento dell’attività sismica nell’area colpita dal terremoto.
All’indomani del sisma del maggio 2012, sono sorti in merito numerosi interrogativi, di varia natura, da cittadini e comitati. Alcuni interrogativi ragionevoli, altri più emotivi, tali da creare comunque una situazione diffusa di allarme nell’opinione pubblica.
Si è ritenuto quindi necessario compiere un percorso di razionalità per avere risposte dalla comunità scientifica.
La Commissione scientifica internazionale (ICHESE) è stata istituita l’11 dicembre 2012 con decreto del Capo del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri su richiesta del Commissario delegato per la ricostruzione dell’Emilia-Romagna, Presidente Vasco Errani.
Gli esiti della Commissione sono stati rendicontati ieri in Assemblea Legislativa regionale, insieme ai primi indirizzi attuativi delle raccomandazioni in esso contenuti, elaborati dal Gruppo di Lavoro incaricato dal Ministero dello Sviluppo Economico immediatamente dopo la consegna del rapporto conclusivo.
La Commissione, dopo avere considerato tutte le attività di sfruttamento del sottosuolo ricadenti nell’area terremotata, ha richiamato l’attenzione sulle attività del campo di Cavone e sottolinea come sia necessario, per escludere o confermare l’ipotesi di un legame causale tra le attività di questo campo e la sequenza sismica dell’Emilia di maggio-giugno 2012, approfondire gli studi sviluppando attività di monitoraggio altamente tecnologiche per l’acquisizione di ulteriori dati.
“Nell’attesa di disporre dei risultati delle azioni che saranno messe in atto – ha annunciato l’assessore Gazzolo – la Regione ha deciso di estendere la sospensione in tutta la regione di qualsiasi nuova attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi, come è stato fatto fino ad ora colpite dal terremoto. In Emilia Romagna quindi non si è perso tempo in alcun modo: stiamo facendo una cosa nuova per noi, per il Paese, per tutti”.
LA SITUAZIONE A PIACENZA
In riferimento alla Provincia di Piacenza, si contano 5 permessi di ricerca rilasciati dal Ministero a partire dal 2001, relativi ai seguenti siti: Torrente Nure, Codogno, Belgioso, Molino e Castelverde. Tre di questi, (Codogno, Belgioioso, Castelverde) si estendono su territorio lombardo e, solo in minima parte, piacentino.
È importante sottolineare che per permesso di ricerca si intende il diritto di effettuare verifiche sulla presenza di giacimenti di idrocarburi liquidi o gassosi nel sottosuolo.
Quest’autorizzazione non abilita quindi alla coltivazione del giacimento, ma ad eseguire le attività volte a riscontrarne la presenza.
Un’istanza per ottenere un nuovo permesso di ricerca – relativa al sito “Fiorenzuola” – è al momento sospesa in forza della decisione assunta dalla Regione Emilia Romagna e comunicata all’Assemblea Legislativa nella giornata di ieri, martedì 15 aprile.
Non risultano depositate istanze per ottenere permessi di coltivazione di giacimenti in Provincia di Piacenza.
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito del Ministero Sviluppo Economico: HYPERLINK "http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/home.asp" http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/home.asp