Rappresentanti delle associazioni Famiglie Arcobaleno, Agedo, Nap, Arcigay e Amnesty si sono riunite oggi in assemblea in via Bagarotti per spingere il Comune all'introduzione del registro delle unioni civili, il cui iter sembra esserci arenato ormai da qualche mese. "Un gesto perlopiù simbolico – come ha spiegato Rita Mura, referente di Agedo, associazione che aiuta i genitori nel percorso di riconoscimento dell'omosessualità dei propri figli – ma determinante per le coppie di fatto che vogliano essere riconosciute per poter avere accesso ad alcuni diritti elementari", come la possibilità di entrare nelle graduatorie pubbliche per l'accesso alle case popolari e ai nidi. Un percorso il cui ostacolo maggiore – ammettono i promotori – è finora stato rappresentato dalla scarsa ricezione della questione da parte della cittadinanza, che di fatto ha permesso ai detrattori dell'iniziativa di rappresentarla come esigenza sentita unicamente dalle coppie omosessuali. Da qui l'appello, rivolto a tutti, di unirsi alla causa per accelerare l'istituzione del registro, di cui beneficerebbe tutta la cittadinanza. "E' evidente che la paura più grande di coloro che hanno manifestato contrarietà all'iniziativa è che questa sia la premessa per arrivare all'uguaglianza dei matrimoni e all'adozione di figli da parte di coppie omosessuali, – ha continuato Rita Mura -ma si tratta di battaglie diverse che non vanno confuse". Tra i promotori dell'assemblea anche il consigliere comunale Carlo Pallavicini che ha cosi commentato: "il principale ostacolo all'istituzione del registro nel nostro Paese è una questione culturale determinata dalla presenza del Vaticano e dalla necessità di costruire un nemico interno che di volta in volta può essere l'immigrato, il tossico, la prostituta, l'omosessuale, che di fatto frena una legislazione che dia pari dignità a tutti. Nel caso piacentino, siamo di fronte a una situazione piuttosto spinosa perché sebbene la discussione in Consiglio comunale sia stata avviata, è poi stata interrotta bruscamente. Un precedente pericoloso anche dal punto di vista istituzionale e che non possiamo tollerare. Dobbiamo assolutamente approvare questo registro che ha delle implicazioni simboliche, ma anche molto concrete, come l'accesso alle graduatorie pubbliche per case popolari e nidi. Non basta il principio della famiglia anagrafica e se il Comune di Piacenza si è voluto mettere la medaglia per aver partecipato al progetto Ready (Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere), ora che le associazioni si fanno avanti è d'obbligo sostenerne le iniziativa, anche dal punto di vista economico".