“Cercai di aiutare mio padre e il collega che non riuscivano a scappare da quella furia. Appena mi vide dentro il recinto però il toro mi puntò e mi incornò schiacciandomi contro un albero e continuando a caricarmi contro lo sterno. Provai a proteggermi con le ginocchia dall’assalto. Fu quando vide una mucca nei dintorni che smise di spingere. A quel punto riuscii a scappare fuori dal recinto. Ne uscii malconcio, con una vertebra spostata e altre escoriazioni. A tutti in zona era nota l’indole aggressiva di quel toto”. Nel ricordare quei drammatici momenti era visibilmente commosso Maurizio Bisi, figlio di una delle due vittime del toro killer che il 5 ottobre del 2011 a Rompeggio di Ferriere assalì e uccise suo padre, Sergio Bisi di 64 anni, e Filippo Preli di 60 anni, entrambi allevatori della Valnure. Questa mattina il figlio 35enne, artigiano edile, ha testimoniato durante l’udienza che ha dato vita al processo che vede come imputato per omicidio colposo il proprietario del bovino, Luigi Ferrari, anch’egli allevatore di 51 anni, difeso dall’avvocato Franco Livera (pm Antonio Rubino, giudice Maurizio Boselli e Romina Cattivelli avvocato parte civile). Dalla ricostruzione effettuata dai carabinieri risulta che i due allevatori volessero prendere due dei loro bovini che si trovavano al pascolo nella zona di Pratogrande, vicino a Rompeggio. Volevano portare i due animali nella stalla. All'improvviso però l'animale impazzì e assalì i due uomini che non fecero in tempo a scappare. Nel tentativo di salvare i due uomini rimase appunto ferito anche il figlio. Alla fine il proprietario del toro riuscì ad abbatterlo con un colpo di fucile al collo. Questa mattina sono dunque stati ascoltati i primi testimoni. “La mattina della tragedia mio padre avvertì il proprietario del toro che nel pomeriggio sarebbe andato a ritirare il bestiame al pascolo. Lo face perché era ben nota l’indole aggressiva dell’animale. L’anno precedente aveva anche cercato di assalire due fungaioli. Tuttavia il proprietario non acconsentì, sostenendo che il toro non era aggressivo ”. Il giudice ha poi disposto il rinvio del processo al prossimo 10 aprile.