«La vera bufala è stata l'abolizione dell'Imu. E di bufale si muore». Si apre così l'incontro con la stampa convocato dai consiglieri comunali piacentini della minoranza in seguito alla decisione dell'Amministrazione di Palazzo Mercanti di adottare l'aliquota massima per quanto riguarda la Tasi, la nuova tassa sulla casa, e di non applicare le detrazioni che invece sono state deliberati in altre realtà del tutto simili a quella piacentina. «Abolire l'Imu e poi tartassare i cittadini semplicemente cambiando il nome alla tessa è un'operazione che si commenta da sola – afferma Tommaso Foti di Fratelli d'Italia – Già tassare la prima casa è iniquo visto che si tratta del bene strumentale per eccellenza: se la gente non avesse una casa in cui vivere si rivolgerebbe al Comune, all'edilizia popolare e sarebbe un costo. Un ragionamento che si può applicare anche alle seconde e terze case, con le dovute differenza; magari chi le possiede è perché, facendo sforzi, ha investito in beni che poi mette a disposizione della collettività con contratti di locazione..».
E se già la tassa sulla prima casa è iniqua secondo Foti, a rincarare la dose ci pensa Maria Lucia Girometta (Pdl): «E' una patrimoniale bell'e buona. E a pagare, come al solito, sono quelli che di fatto hanno meno. Incredibile che questo accada proprio in una città governata dal centrosinistra».
Anche Marco Colosimo (Piacenza Viva) stigmatizza la discrasia tra le “solite” battaglie tipiche del centrosinistra (teoricamente a favore dei meno abbienti) e le scelte piacentine in tema di Tasi: «Applicare l'aliquota del 3,3% quando poteva essere dello 0,8% significa appiattirsi sui diktat del governo centrale senza far valere la propria autonomia a favore dei propri cittadini, dei piacentini. E' la prova evidente della debolezza di chi amministra questa città».
E in proposito di appiattimento sulla linea renziana, è Marco Tassi (Pdl) che calca i toni ancora di più: «C'è da dire che questa è l'unica operazione che il governo Renzi ha fatto. L'unica, in assoluto. Si tratta di una manovra irricevibile arrivata da Roma e che qui a Piacenza la giunta Dosi, per tramite dell'assessore Luigi Gazzola, non solo è stata invece “ricevuta” ma applicata con il massimo sacrificio per i cittadini».
«Di tassare gli immobili è capace anche “l'asino di Burindano” – aggiunge Foti, con un'espressione colorita che in effetti rende l'idea – Ovvio che gli immobili mica possono essere caricati in spalla e portati in Svizzera. Al contrario, però, i soldi possono eccome. Lì sì che sarebbe il casso applicare le aliquote massime, ma è più difficile..».
E sempre Tommaso Foti chiude l'incontro con una sottolineatura al vetriolo che mette in parallelo, da una parte, il sacrificio richiesto ai piacentini con la Tasi al massimo e, dall'altra, l'azione del Comune in tema di lavori pubblici. «Siamo in tempo di crisi – dice il consigliere di Fratelli d'Italia – e non è assolutamente obbligatorio spendere per forza il denaro pubblico. Non ho visto nessuno striscione in piazza da parte di cittadini che chiedevano di rifare viale Dante. Stessa cosa per il Corso e per via Venturini, destinata per altro di ventate una camera a gas come già è via Borghetto. Se i soldi non ci sono, conviene non spendere niente, attenersi all'ordinario».