Le opere di Carla Piazza e Ivano Parolini in mostra

E’ unica la pittrice Carla Piazza. Soprattutto nel panorama piacentino. Da decenni propone tematiche forti classificate e classificabili come “post-surrealiste”, “mitologiche” …. Ma la sua opera risente anche di quei movimenti artistici piacentini che incontrarono straordinario favore a livello nazionale come “Fantastico emiliano” e “Surrealismo padano”. A differenza però di altri pittori ancora gravitanti sul Realismo, le composizioni di Piazza vivono di pulsioni letterarie, storiche e simboliche. Come evidente nella personale “Sentimenti – Passioni – Ironie” allestita alla galleria d’arte “Spazio Rosso Tiziano”, via Taverna 41, dal 5 al 30 aprile 2014 e la cui inaugurazione è prevista per sabato 5 aprile 2014 alle ore 17.

Radio Sound

Per il numero delle opere ha dimensioni e respiro di un’antologica: raccoglie infatti tele eccentriche e variopinte anche degli anni ’90 nonché l'ultima produzione dove sono sempre leggibili diversi piani espressivi.

Quello dei sentimenti innanzitutto che avvinghiano sempre di più in nome di comuni valori mentre il pensiero raziocinante divide. I sentimenti di un artista rappresentano  intuizioni e novità contro la logica che adombra la tradizione.

Ma un pittore non può prescindere dalle proprie passioni che gli insegnano a fare ciò che vuole, non solo e non tanto quello che può. Per Piazza la passione per l’arte è diventata fattore estremo, esclusivo quasi, totalizzante.

Non dimentichiamo l’ironia, forse aspetto ludico, forse garanzia di libertà, uno dei principi ispiratori di ogni artista. Potrebbe essere il “custode freudiano” cioè l’ultimo baluardo contro la perdita di pudore della coscienza.

“Sentimenti – Passioni – Ironie”: piccola/grande summa di un alto magistero culturale, scommessa contro la solitudine artistica sia personale che collettiva. Sempre più orfani – come siamo – di un’arte di impatto e di impegno ma anche di rottura come quella di Carla Piazza.

Ivano Parolini Nasce a Gazzaniga (Bergamo) nel 1977. Dopo gli studi al Liceo Artistico di Bergamo, si è diplomato in pittura sotto la guida di Marco Cingolani presso l’Accademia di Belle Arti “Giacomo Carrara” di Bergamo. Nel 1997 inizia ad esporre presso Centri Museali, Fondazioni, gallerie private.

 

ha sviluppato un particolare stile di lavoro in base al quale ogni dipinto è provocato, stimolato da un’immagine fotografica preesistente, prelevata cioè dal circuito dei mass media (giornali, riviste, rotocalchi femminili). Su di essa il pittore interviene cancellando e stratificando i colori sino a creare un’immagine del tutto nuova e personale: vivono così una “seconda vita” generando spazi claustrofobici che moltiplicano la sensazione di isolamento e solitudine. In questa dimensione senza tempo si muove, gesticola, ammicca e si mostra un vasto campionario di tipi femminili, la cui originaria condizione è occultata dalle colate di pittura che trasformano i corpi in manichini, i volti in maschere, gli sguardi in espressioni enigmatiche e mute.

Un’estetica quella della cancellatura che ha ben noti illustri precedenti nella storia dell’arte recente, da Marlene Dumas a Stefano Arienti, valorizzando il gesto iconoclasta, la “tabula rasa”, una strategia di riappropriazione delle icone contemporanee.