Torna l’ora legale. Alle 2 in punto di questa notte, tra sabato 29 e domenica 30 marzo, si dovranno spostare le lancette in avanti di un’ora. L’ora solare tornerà tra sette mesi, la notte tra il 25 ed il 26 ottobre. Fino ad allora avremo un’ora di luce in più che permetterà di risparmiare energia, e quindi inquinare meno. Secondo le stime di Terna, uno dei maggiori operatori di reti per la trasmissione dell'energia elettrica, l’ora legale comporta infatti un risparmio di consumi di energia elettrica pari a 556,7 milioni di kilowattora. In termini di costi, secondo Terna, il risparmio per il 2014 sarà di circa 92,6 milioni di euro. Dal 2004 al 2013 l'Italia ha risparmiato circa 6,6 miliardi di kilowattora, circa 950 milioni di euro di minor costo.
Il ritorno all'ora legale non è però soltanto una questione economica. Diverse teorie mediche dimostrano come essa influisca sull'umore. Contattato da Radio Sound lo psichiatra piacentino Giovanni Smerieri ha detto che dipende dai geni della persona e quindi dalle abitudini di ognuno di adattarsi alle ore di luce e di buio. "In alcuni casi l'ora legale può influire sull'umore e portare anche a tristezza".
LA STORIA DELL’ORA LEGALE
Nelle società antiche e prima della diffusione degli orologi, l'organizzazione delle civiltà agricole non si basava su bioritmi fissi come nelle moderne civiltà industrializzate. I contadini, che costituivano la grande maggioranza della popolazione, si alzavano sempre all'alba seguendone inconsciamente il progressivo anticipo in primavera o ritardo in autunno: nell'impero romano la cosiddetta ora prima era sempre quella che seguiva il sorgere del sole, indipendentemente dall'istante in cui questo evento astronomico si verificasse. Nell'età contemporanea l'espediente dell'ora legale non fa così che riprodurre almeno in parte questo antico spostamento dei bioritmi umani a seconda delle stagioni.
Già nel 1784, Benjamin Franklin, l'inventore del parafulmine, pubblicò un'idea sul quotidiano francese Journal de Paris sotto consiglio del collega inventore francese Jacques Légal. Le riflessioni di Franklin si basavano sul principio di risparmiare energia ma non trovarono seguito. Oltre un secolo dopo, nel 1907, l'idea venne ripresa dal costruttore inglese William Willet, e questa volta trovò terreno fertile nel quadro delle esigenze economiche provocate dalla Prima guerra mondiale: nel 1916 la Camera dei Comuni di Londra diede il via libera al British Summer Time, che implicava lo spostamento delle lancette un'ora in avanti durante l'estate. Molti paesi imitarono la Gran Bretagna in quanto in tempo di guerra il risparmio energetico era una priorità.