«Se passa la nostra proposta, tremila politici smetteranno di ricevere un’indennità dagli italiani. #lavolta buona». Lo ha scritto il premier Renzi di buona mattina su twitter nel giorno in cui il Parlamento dovrebbe dare l'ok al discusso ddl Delrio, provvedimento che cancella gli organi politici impedendo nuove elezioni e prevede una trasformazione delle Province in enti di secondo grado. Grazie alla preziosa collaborazione degli uffici della Provincia abbiamo provato a fare due conti di quanto costi una Provincia in un anno (dati riferiti al consuntivo 2013).
Siamo partiti da quello che è – al momento – l'unico risparmio certo del disegno di legge, ovvero i costi legati agli organi politici. In tal senso i politici di cui Piacenza è "pronta a fare a meno" sono 31 – un presidente, sei assessori, 23 consiglieri provinciali più il presidente del Consiglio – per un risparmio di 499.000 euro così ripartito: 82mila euro per il Consiglio provinciale (indennità di carica, oneri previdenziali, gettoni di presenza, viaggi e missioni, spese di rappresentanza) e 417mila euro per la giunta (indennità di carica, oneri previdenziali, viaggi e missioni, spese di rappresentanza) che nel 2013 era ancora composta da otto assessori.
Esaminiamo ora gli altri costi che, tuttavia, dovrebbero essere destinati a rimanere.
Personale. Ad oggi i dipendenti della Provincia sono 317. Tra retribuzioni, oneri, buoni pasto e formazione se ne vanno 12.600.000 euro all'anno.
Affitti Passivi. Nel 2013 per le sedi di Protezione civile, uffici nel Palazzo dell'Agricoltura (disdettati dal 2014) e oneri accessori, l'ente ha speso 378.000 euro.
Utenze. L'ente ha speso in tutto 514.000 euro tra riscaldamento (150.000), telefono (126.000), gas (17.000) e luce (221.000).
Se ne sono poi andati 182.000 euro per le pulizie, 550.000 euro per l'informatica (licenze, help desk e manutenzione) e 298.000 euro per altri beni di consumo (carta, stampati, cancelleria etc.).
Il totale del costo dell'ente 2013 è stato di 15.021.000 euro.
Stando alla riforma Delrio, infatti, fino al 31 dicembre 2014 gli enti vivranno una fase di cosiddetto "accompagnamento": se il ddl passerà definitivamente, per 9 mesi le giunte provinciali continueranno a esistere, e solo dal 1° gennaio 2015 il disegno dell’ex ministro degli Affari regionali, oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio, prenderà realmente forma.
Le nuove Province (composte dai sindaci) resteranno invece in carica quattro anni e vedranno la luce ufficialmente a partire dal 1° gennaio 2015. Nel frattempo, verranno prorogati fino a fine 2014 i 52 presidenti di provincia che sarebbero scaduti in primavera e i 20 commissari attualmente in carica. L'allungamento della scadenza riguarderà anche gli assessori. Con una differenza: nelle Province continueranno a essere pagati; nelle città metropolitane no.