Alla galleria d'arte contemporanea “Studio C” di via Campesio 39 si tiene la mostra postuma dedicata a Pino Volpi dal titolo “Visioni dal mondo”. La rassegna vuole rappresentare un doveroso omaggio ad una figura emblematica del panorama artistico italiano degli anni settanta precocemente scomparsa all'età di 42 anni.
A circa 30 anni dalla morte, grazie anche all'impegno e alla dedizione del sig. Antonio Cognata, la forza espressiva di Pino Volpi ha recentemente risvegliato un grande interesse sia nel pubblico che negli addetti ai lavori come ampiamente dimostrato dalle ultime importanti manifestazioni a lui dedicate in prestigiosi spazi pubblici e privati italiani (Sala dei Giganti di Palazzo Bentivoglio a Gualtieri (RE), Fondazione F. Bertazzoni a Suzzara (MN), Fiere di Parma, Accademia Nazionale di Belle Arti di Parma, Galleria Barozzi di Vignola, Galleria Immagini Spazio Arte di Cremona, Galleria degli Artisti di Milano ecc).
Nato a Piegaro, in provincia di Perugia, nel 1938, a soli tredici anni si trasferisce a Milano con la famiglia continuando così, nel capoluogo lombardo, la sua preparazione artistica. Qui studia con passione e interesse i pittori dell'antichità, ma sente anche il fascino della modernità e delle Avanguardie Soriche. Frequenta gli studi di importanti maestri storici, si confronta, apprende tecniche e abilità finchè, tra il 1965 e il 1966, intraprende le prime mostre. Nel volgere di poco tempo Pino Volpi, confortato dai lusinghieri riconoscimenti di pubblico e critica, diventa artista a tempo pieno.
Nei locali della galleria piacentina sono esposte alcune tra le opere più rappresentative di tutto il percorso creativo di Volpi a cominciare dalle sue caratteristiche vedute per arrivare fino alle gestuali sintesi informali. E' dunque una preziosa occasione per approfondire la conoscenza di un artista che, a partire dalla seconda metà degli anni 60, ma specialmente negli anni 70, è stato attivo protagonista della vita artistico-culturale milanese. Anni intensi e straordinari, questi, percorsi dal vento impetuoso della contestazione e del rinnovamento. A Milano, come in tante altre città italiane ed europee, irrompono il fascino della pittura americana e la febbre della sperimentazione. Qui le Avanguardie artistiche trovano terreno fertile, spiriti giovani e desiderosi di cambiamento, alla disperata ricerca di nuovi input e opportunità. Milano diventa così una capitale importante dell'arte internazionale, si anima di gallerie, centri culturali, bar e cabarets alla moda frequentati da artisti, critici, letterati e famosi personaggi della cultura e dello spettacolo.
Pino Volpi, in questi anni e in questo ambiente si era già ritagliato un posto importante: critica e pubblico si erano ormai accorti di lui e delle sue capacità, era ricercato da appassionati e collezionisti, apprezzato in tutta Italia e anche all'estero per il suo linguaggio potente ed istintivo, per la sua immediatezza espressiva fatta di segno, gesto e colore. Pittura di derivazione Espressionista, vicina ai Fauves per l'intensità cromatica ma fortemente autonoma e personale, libera e sentita, percorsa dall'emozione e dal sentimento. Pino Volpi eseguiva di getto, seguendo l'impeto del momento, il suo estro creativo, interpretando liberamente le proprie sensazioni e il proprio stato d'animo. Con questa scrittura libera e veloce ci ha lasciato opere intense ed emozionanti riferite al paesaggio urbano e al traffico della grandi metropoli, a porti marittimi e fluviali percorsi dalla concitazione e dal caos operoso, a suggestivi tramonti su pianure sconfinate, a memorabili treni a vapore scovati in territori lontani.
Stupisce, in questa bellissima mostra, la capacità dell'artista di saper alternare l'uso di colori forti e squillanti a variazioni quasi monocromatiche o comunque giocate sulla bicromia del bianco e nero quasi a voler rendere la patina del tempo, il trascorrere lento, ma inarrestabile degli anni e del destino. Sempre, nelle sue opere, potenti linee nere intridono gli spazi, circoscrivono cose, oggetti e corpi trasmettendo un senso di forza e decisione che denotano non solo la sua decisa appartenenza all'area Espressionista, ma anche e soprattutto la sua sicurezza esecutiva e la sua abilità grafico-compositiva.
Affascinato dalla natura e instancabile viaggiatore, amava esplorare paesi nuovi, terreni diversi, spazi sconosciuti. Spinto da questa curiosità e da quest'ansia di conoscenza ha dipinto anche bellissime immagini riferite a località sperdute, a silenziosi nevai sospesi tra cielo e terra, ad aride e altissime montagne dove la solitudine e la pace interiore diventano vere ed autentiche protagoniste. Perchè Pino Volpi si trovava a proprio agio, come giustamente annota Marzio Dall'Acqua, sia nel caos delle metropoli che negli angoli più sperduti della terra. E la stessa ansia e lo stesso desiderio di conoscenza lo ha spinto anche verso l'arte astratta e informale rivelando anche qui scatto inventivo, felicità cromatica, sicura e personalissima gestualità. E', questa, un'altra interessantissima pagina scritta da Pino Volpi che, da sola, meriterebbe un'altra mostra, un altro approfondito saggio critico.
Inoltre, nella sua pur breve carriera, fu anche ottimo disegnatore, raffinato incisore e sensibile scultore.
Pino Volpi si spense improvvisamente nel 1980, a soli quarantadue anni, interrompendo bruscamente il suo dialogo con la pittura e la sperimentazione, lasciando incompiuto il suo messaggio artistico ed umano.
La rassegna, che sarà introdotta dal critico d’arte Luciano Carini, terminerà il 10 aprile.
Orari: feriali e festivi dalle 16,30 alle 19,30
Lunedì, giorno di chiusura