Tecnoborgo invita tutto il Consiglio, ma ci vanno solo in due. Dosi: “Peccato”

Nonostante l’invito fosse stato formalizzato a tutti i consiglieri comunali, solo due componenti dell’ Assemblea civica (Marco Colosimo di Piacenza Viva e Sandra Ponzini del Pd) e due assessori (Francesco Timpano e Luigi Rabuffi) hanno partecipato con il sindaco Paolo Dosi alla visita che si è svolta questa mattina al termovalorizzatore di Borgoforte, impianto gestito da Tecnoborgo per conto di Iren.

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Lo scopo della visita era didattico, ossia quello di vedere da vicino, così come qualche settimana fa era accaduto a Cementirossi, l’impianto al centro delle polemiche di queste settimane.

A fare gli onori di casa la presidente di Tecnoborgo, Elisabetta Ferrari, assieme al direttore dell’ impianto, Claudio Mazzari che prima di condurre una visita all’ impianto, ha tenuto per il piccolo drappello, composto più da giornalisti che da amministratori, una piccola spiegazione sul funzionamento del termovalorizzatore.

Del fatto che o che di amministratori ne fossero presenti solo due se ne è rammaricato il Paolo Dosi che ai nostri microfoni da detto: “Speravo in una partecipazione più alta, peccato”.

Si, peccato davvero, perché, come ci dice Elisabetta Ferrari, "Abbiamo aderito volentieri all'idea del sindaco anche a beneficio della massima trasparenza nei confronti dei cittadini e di chi le rappresenta. Il nostro è un impianto sicuro e controllato. Siamo aperti ai miglioramenti e ai suggerimenti dei cittadini, anche sedendoci intorno a un tavolo pur nel rispetto della nostra storia. Siamo un'azienda sana che lavora nella direzione di impedire che i rifiuti diventino un problema di ordine sociale, sanitario, igienico e di legalità”.

Riguardo alla possibilità di bruciare rifiuti provenienti da altre province (Parma e Reggio Emilia) Ferrari afferma che “dobbiamo aspettare il Piano Regionale dei Rifiuti, e le decisioni che prenderà la regione, che è diventata responsabile dei flussi dei rifiuti. Il piano è appena stato adottato e siamo ancora in una fase in cui non sappiamo il testo che entrerà in vigore. Sulla base di quello attuale si sarebbero potute ottenere migliori sinergie, con un testo più elastico. Risulta oggi un piccolo sottoambito – continua Ferrari – quello di Piacenza, Parma e Reggio che dovrebbe realizzare autosufficienza. Ci sarà, sicuramente, una sinergia tra i territori ed è questa la cosa chiara che appare dal piano”.

Non si può che pensare al 2020, anno in cui probabilmente l’ impianto dovrebbe chiudere (condizionale d’obbligo). “La situazione è ancora in itinere – afferma Dosi – ed è soggetta a una verifica nel 2017. Dovremo poi vedere se saranno raggiunti i livelli del 70% previsti nel piano per la raccolta differenziata e vedere quale sarà in questi anni l’ evoluzione della raccolta rifiuti”.

Elisabetta Ferrari afferma che “ci vorrebbe un po’ di cautela nei confronti di un’ azienda seria come la nostra e dei dipendenti che ci lavorano: non è bello sentirsi dire 'quando chiuderà la sua azienda?' Le scelte, ovviamente, competono alla Regione che assieme agli altri enti locali, in futuro, dovrà fare una valutazione sull'utilità dell'impianto. Per me – conclude Ferrari – questo termovalorizzatore resta un presidio di sicurezza importante".