Sicurezza, anche gli “occhi” della vigilanza privata per contrastare i furti

Ci sarà anche il supporto delle 40 pattuglie della vigilanza privata a dare man forte al quotidiano e costante lavoro delle forze dell’ordine impegnate a garantire la sicurezza sulle strade di Piacenza e provincia. Un irrobustimento che si spera possa aiutare a prevenire quei reati predatori che nelle ultime settimane hanno dilagato. È stato firmato in prefettura l’accordo Mille occhi sulla città alla presenza di tutti i rappresentanti delle istituzioni in campo (Comune, Provincia, Carabinieri, Polizia di Stato, Polizia municipale, Polizia provinciale, Guardia di finanza, Corpo Forestale e gli istituiti di vigilanza privata Metronotte Piacenza e Ivri), sostanzialmente la ratifica di una collaborazione che di fatto è già in atto.
“È un protocollo che coinvolge soprattutto gli istituti di vigilanza che possono avvertire e comunicare alle forze di polizia se stanno commettendo un reato – ha detto il prefetto Anna Palombi – vengono creati dei collegamenti tra le sale operative in modo che possono intervenire al minimo sospetto. Una collaborazione specifica per cercare di creare una sinergia tra le forze in capo per contrastare i fenomeni delinquenziali”.
La rappresentante del Governo ha anche parlato di un piano anti-furti che è allo studio. “Stiamo anche organizzando questo piano operativo anti-furti che prevede lo studio delle zone dove agire. Siamo in fase di prova, ma presto speriamo di vedere i risultati”.

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“Si tratta di un passaggio che ha carattere di formalità – ha detto il sindaco Paolo Dosi – ma non è la prima azione messa in campo, altre iniziative sono state organizzate nell’ambito del tavolo per la sicurezza. In questo caso andiamo a rinforzare un’attenzione sul territorio”.

Soddisfatto Gianluca Zilocchi, direttore dei Metronotte Piacenza: “Il protocollo sfrutta le sinergie, sono occhi in più sul territorio. Specie nelle fasce notturne ci sono più forze in campo dando segnalazioni di fatti anomali che poi possono essere prevenuti. Rispetto a prima in cui mancava una sorta di suggello iniziale, ora invece la collaborazione è più proattiva e rappresenta anche un obbligo per gli istituti di vigilanza”.