Lo scenario generale è quello della crisi e della disoccupazione. La riflessione, per certi versi innovativa, è stata quella di pensare ai mestieri tradizionali, alle attività per così dire storiche e fare in modo che vengano tramandate alle nuove generazioni. Il vantaggio è duplice: si mantengono certe professionalità e al contempo si aprono opportunità lavorativa per i giovani.
E' il senso del progetto "Vecchi Mestieri per nuove generazioni" pensato dalla Diocesi di Piacenza e al quale hanno preso parte, con varie modalità, numerosi soggetti nel panorama piacentino: la Fondazione (che c'ha messo 65mila euro), e poi la Provincia, la Camera di Commercio (che ha investito 34mila euro), la Cna, la Liberartigiani, il Cds Piacenza, l'Ucid e la Compagnia delle Opere.
«Siamo partiti nel mese di ottobre 2013 con i tirocini e a maggio si chiuderanno – ha spiegato oggi in Camera di commercio Massimo Magnaschi della Diocesi, coordinatore del progetto – Il percorso è stato avviato nel marzo dello scorso anno con le candidature delle aziende e con le candidature dei ragazzi. Siamo stati molto duri nelle valutazioni perché volevamo far capire il vero senso di questo progetto. Ed è un progetto di vita, non solo per occupare qualche giovane per un po' di tempo. Le candidature delle azienda sono state 35, i posti erano 15. Sono state scelte aziende nei settori più diversificati. Erano disponibili anche 15 posti per i giovani e se ne sono candidati 120 giovani, più di quanti avremmo mai immaginato, anche con curriculum di studi di alto livello. Di questi 120, dopo gli incontri di orientamento, 79 hanno deciso di proseguire. Alla fine ne sono stati scelti quindici che ora sono a metà di un percorso davvero di successo.
I presupposti per credere nel progetto erano più che validi: i giovani – ha spiegato sempre Magnaschi – arrivano impreparati sul mercato del lavoro, sia professionalmente sia psicologicamente e culturalmente. E questo da un lato. Dall'altro c'è il problema della mancanza di continuità e di passaggio di competenze nelle imprese artigiane con la progressiva scomparsa di mestieri tradizionali.
«Oggi c'è un alto livelli di scolarizzazione – dice Magnaschi – eppure il manifatturiero è ancora il più importante dei settori economici di questo Paese. Il problema è che c'è una forte e diffusa difficoltà culturale dei giovani e delle famiglie a posizionarsi con senso di realtà nel mondo della formazione e del lavoro».
Un gap che il progetto Vecchi mestieri per nuove generazioni, nel suo piccolo, ha inteso colmare. E pare proprio che il percorso affrontato sinora dai quindici tirocinanti sia stato più che positivo.