“Banca” della ‘ndrangheta, anche un imprenditore piacentino arrestato

 “Faceva affari con le cosche mafiose”. Si aggrava la posizione di Marco Fagioli, 54enne imprenditore piacentino già condannato per evasione fiscale e sotto processo per evasione fraudolenta. E’ infatti rimasto coinvolto nell’operazione antimafia della squadra mobile di Milano contro le cosche della ‘ndrangheta insediate in Brianza. E’ accusato di aver fatto affari e riciclato denaro sporco, grazie alla "banca" dell'organizzazione mafiosa smantellata in Brianza dalle forze dell'ordine. L’imprenditore, originario di Castelsangiovanni e residente a Rivergaro, si trova già nel carcere delle Novate, dove il provvedimento gli è stato notificato, per una precedente condanna. 

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Il tutto partirebbe – come riportato oggi, mercoledì 5 marzo, dal quotidiano Libertà – dal dissesto finanziario della sua azienda, occupata nel settore degli pneumatici, per il quale è in corso il processo nel tribunale di Piacenza con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Secondo la procura, e la Guardia di finanza che ha condotto le indagini, Fagioli e la moglie (Paola Gobbi Cavanna, accusata solo di circonvenzione di incapace) avrebbe realizzato evasioni fiscali per decine di milioni di euro e la Fiamme gialle erano arrivate anche a sequestrargli numerosi beni, tra cui una villa in Sardegna. Già condannato nel 2005 per evasione fiscale e aver ricevuto il divieto di proseguire con l'attività imprenditoriale, avrebbe invece continuato con la sua attività grazie a un socio prestanome, evadendo però circa 7milioni di euro nei quattro anni successivi, grazie a società cartiere che emettevano fatture false. Non solo, perché alla notizia di dover pagare la bellezza di 27 milioni di euro a Equitalia, avrebbe iniziato anche vendere tutti i beni personali e dell'azienda.