“Rappropriamoci delle aree industriali dismesse”. Le “tute blu” della Fiom Cgil mandano un messaggio forte e chiaro alle istituzioni e alle altre parti sociali piacentine. Nel salone Nelson Mandela della Camera del Lavoro di Piacenza, il sindacato dei metalmeccanici di Piacenza (il più grande, tra gli attivi, con 2.500 iscritti) ha confermato all'unanimità, un astenuto (lo stesso segretario eletto) Ivo Bussacchini alla guida della Fiom, al termine di una giornata di lavoro a cui hanno partecipato delegati di fabbrica di decine di realtà produttive del territorio.
“Il settore manifatturiero a Piacenza nonostante una pesante crisi economica mondiale e locale, risulta essere ancora un pilastro fondamentale dell’economia Piacentina, questo sia per la base occupazionale impiegata che per volumi di produzione – ha spiegato Bussacchini all'assemblea – dobbiamo puntare sull’attrazione di nuovi investimenti con forme agevolate e il possibile riutilizzo di aree industriali dismesse. Essendo il manifatturiero piacentino caratterizzato storicamente da forti e consolidate competenze sia imprenditoriali che professionali, va implementato un modello di sviluppo e di relazioni tra scuola – sindacato – impresa che metta al centro il lavoro e la “persona””.
Un percorso che è ancora da riempire di contenuti.
Nonostante le vicende “Fiat”, a Piacenza le relazioni sindacali non hanno mai prodotto “strappi” tra le parti, “ma bensì la condivisione che attraverso la contrattazione di 2° livello, si potesse e si possa costruire una dinamica ove l’occupazione, i diritti, la retribuzione dei lavoratori e la competizione del prodotto delle imprese non sia mai in contrapposizione. Deve essere pertanto sostenuto con determinazione il ruolo di “Piacenza città manifatturiera” , con la consapevolezza che la presenza di insediamenti di tipo primario sostiene e stimola le attività indotte e favorisce il settore terziario e dei servizi” ha detto Bussacchini. “Occorre il massimo impegno per favorire processi di qualificazione produttiva, di erogazione di servizi alle imprese, agevolando le aggregazioni per superare il nanismo industriale che caratterizza il nostro territorio, che, in alcuni settori ha tenuto abbastanza bene di fronte alla crisi, ma in altri ha subito un ridimensionamento molto pesante: quasi 800 imprese “andate in fumo” da maggio 2012 a maggio 2013 e una disoccupazione arrivata al 9%”.
FILT CGIL
La categoria dei “trasporti”, Filt Cgil, è andata a congresso con diversi problemi sul tavolo, criticità del settore legate soprattutto al fatto che la stragrande maggioranza dei rinnovi contrattuali del settore sono ancora da sancire. Dal settore della logistica e del facchinaggio al trasporto pubblico locale passando per il trasporto su ferro: sono questi alcuni dei “nodi” che Claudio Chiesa, segretario confermato per altri 4 anni dall'assemblea, dovrà sciogliere. Sul trasporto pubblico locale, Chiesa ha parlato di problemi legati “alla mancanze di personale di guida, agli orari dei turni di guida sopra le medie contrattuali e la mancanza di autobus nuovi”. L'età media dei mezzi di Seta, di proprietà di Comune e Provincia, è di oltre 20 anni. “Dopo uno sciopero e vari stati di agitazione su questi argomenti chiediamo un incontro urgente a Comune e Provincia” ha annunciato Chiesa.