«Il Piacenza Calcio non può permettersi di perdere nè i fratelli Gatti nè i tifosi».
Guido Molinaroli è ottimista di natura, lo dice subito; realista, da buon imprenditore, ma ottimista. E pur precisando di parlare a titolo personale è convinto che alla fine, nonostante «qualche nuvola all’orizzonte», la situazione tornerà sotto controllo. Farà il possibile, dice, per far ragionare Marco e Stefano Gatti, rispettivamente presidente e presidente onorario della società biancorossa che ieri, a sorpresa, hanno annunciato di voler lasciare il Piace a fine stagione. Un annuncio che ha lasciato tutti a bocca aperta nonostante la tensione in via Gorra sia palpabile già da tempo; i risultati non arrivano, il gioco in campo non è soddisfacente e nessuno è contento. I tifosi, naturalmente, ma nemmeno i vertici societari e in particolare i Gatti che nel progetto Piacenza Calcio hanno investito molto in termini economici ma anche umani. «Sono i più appassionati dei tifosi» dice Molinaroli, giustificando così i nervi a fior di pelle delle ultime ore. Nervi che sono saltati agli ultras domenica dopo il pareggio col Caravaggio (2-2) al termine di una partita che definire sottotono è un eufemismo: un manipolo di tifosi della Curva Nord (che adesso al Garilli occupa il rettilineo di gradinata ma che resta sempre la Curva Nord) ha fatto irruzione negli spogliatoi contestando in modo, per così dire, deciso i giocatori. Ieri il ds Gianni Rubini a Piacenza24 ha fatto l’annuncio shock: i Gatti mollano.
«Gli animi sono ancora troppo accesi – dice Molinaroli – e questa esternazione va presa con le molle. Sarà anche mio compito cercare di rimbastire tutto ciò che di buono è stato fatto fino ad oggi e quindi di portare avanti il progretto, da soli o accompagnati». Certo, anche il vicepresidente si rende conto che l’exploit degli ultras possa far male, in un certo senso, ma ci tiene subito a sottolineare che «il tifoso va tenuto in considerazione sia quando regisce bene sia quando reagisce male». E parla della contestazione come di un «eccesso di amore». «L’ultras, va detto, l’unico mezzo che ha per far sentire la propria voce, per far valere la sua importanza – prosegue – è mettere in campo questo tipo di azioni». Però tutto può fare il Piacenza Calcio tranne che lamentarsi dei suoi tifosi, e questo Guido Molinaroli lo dice senza mezzi termini: «Abbiamo a che fare con un gruppo di tifosi “rumorosi”, questo è certo, ma è proprio la rumorosità e la presenza che li rende speciali e rende speciale la nostra squadra, che altrimenti sarebbe una delle tante. Gli ultras del Piacenza sono il valore aggiunto del Piacenza». Molinaroli non vuole giustificare gli eccessi, ci mancherebbe, ma afferma che ognuno, nel proprio ruolo, ha dei «sani motivi di disappunto». I Gatti ne hanno più di tutti: «Di quello che si vede in campo non sono contenti i tifosi ma non è contenta nemmeno la società». Questo è lampante, secondo il vicepresidente. Però, e qui arriva il suo ottimismo (ma mai a sproposito): «I tempi per ricomporre il tutto ci sono. E’ indispensabile per il progetto Piacenza Calcio che si torni tutti ad andare d’amore e d’accordo». Ed è possibile? «Io dico di sì».