Kiev brucia e preoccupa anche nel Piacentino, Alina: “Ho paura per i parenti”

 Kiev brucia e la protesta, che si è trasformata in guerra per l’Europa, inizia a far tremare anche gli ucraini che vivono nel Piacentino. Nelle scorse settimane, ai Giardini Margherita, abbiamo assistito alla manifestazione delle donne che vivono e lavorano sul nostro territorio – per lo più badanti – a sostegno dei giovani che presidiano da tempo piazza Maidan. Oggi, ai nostri microfoni, abbiamo raccolto la testimonianza di Alina, 20enne ucraina che abita a Cortemaggiore da qualche anno con la madre, studia lingue e letterature straniere e vorrebbe costruirsi una vita in Italia: “Mi preoccupa molto quello che sta succedendo nel mio paese, perché non si capisce fin dove possa arrivare l’escalation di violenza”. 
Effettivamente, dopo la tregua annunciata mercoledì dal presidente Viktor Yanukovich – durata appena qualche ora – le proteste sono riesplose più violente di prima. Dopo i 28 morti di mercoledì, oggi il bilancio degli scontri sarebbe di almeno 100 morti e oltre 100 feriti, come il capo dei servizi medici a Kiev e 67 i poliziotti fatti prigionieri dai manifestanti. 
Per questo la polizia ucraina ha invitato gli abitanti a restare a casa: “Mia nonna abita fuori Kiev ma anche in quella zona sono stati chiusi i negozi, il grande mercato cittadino, ed ogni via di accesso alla capitale. Mi ha detto di avere paura e di essersi chiusa in casa da giorni in attesa di sviluppi”. 
Così, mentre a Sochi (Russia) si svolgono le Olimpiadi e gli atleti ucraini non sono rimasti indifferenti alle tensioni che dividono la loro patria e qualcuno ha deciso di abbandonare le gare, anche in Italia sono molti coloro che seguono tramite l’informazione o il contatto con i parenti l’evoluzione della protesta. Una tensione sfociata perché, come ha confermato Alina, “In Ucraina c’è poco lavoro, gli stipendi sono bassi ma la vita è molto cara, soprattutto dei generi di prima necessità. Per questo la gente ha deciso di farsi sentire e mia madre, qualche anno fa, di trasferirsi a Piacenza. Anche lei è preoccupata, visto che possono essere coinvolte anche persone che non rientrano nella protesta. Qui io studio, cerco un lavoro e spero non succeda niente ai miei parenti”. 

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