Poliziotti a processo, il pm formula nuove accuse. Sentito anche l’ex questore

Nuova udienza nell'ambito del processo a Claudio Anastasio, l'ispettore della Squadra mobile della polizia finito in carcere lo scorso aprile con accuse che vanno dallo spaccio al falso. E oggi, alla luce di alcune dichiarazioni fatte dal collega di Anastasio, Paolo Bozzini, sotto accusa nel processo collegato (ma con rito abbreviato) e che si concluderà il 27 di questo mese, il pm Michela Versini ha fatto nuove contestazioni: altri tre episodi che, secondo l'accusa, meritano di essere discussi in aula.

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L'avvocato Pietro Porciani, difensore di Anastasio, ha chiesto i termini a difesa per valutare questi nuovi capi d'accusa.
Oggi era anche l'udienza nella quale erano previste alcune testimonianze di peso. Su tutte quella dell'ex questore di Piacenza Piero Innocenti al quale il pm ma anche lo stesso presidente del collegio giudicante Italo Ghitti hanno fatto domande in merito alle procedure interne: le operazioni dovevano sempre avere relazioni scritte che ne descrivessero le varie fasi. Anche la droga che veniva sequestrata doveva sottostare a procedure specifiche finalizzate in ogni caso alla distruzione. Morale, discorsi generici anche perché Innocenti non è più questore di Piacenza da otto anni e la gran parte degli episodi oggetto del processo sono successivi.
È stato sentito anche Filippo Sordi Arcelli Fontana, ex capo della Mobile ora a Torino. Il funzionario era stato messo a dirigere la squadra poco prima che scoppiasse il caso, e questo l'ha sottolineato lo stesso Arcelli Fontana specificando che giusto una settimana prima del blitz dei carabinieri culminato con l'arresto dei sei poliziotti della questura piacentina (il 15 aprile), aveva chiesto una relazione sulle varie indagini su cui la squadra mobile stava lavorando. Ma non sono emersi particolari di rilievo. 
Nell'ambito dello stesso processo è imputata anche Eridania Cortes, accusata di spaccio e difesa dall'avvocato Wally Salvagnini. Sono stati sentiti quattro testimoni proprio della difesa: amici e conoscenti della donna e il tassista che spesso la accompagnava nei luoghi dove si prostituiva. È emerso che tutti sapevano della sua attività di prostituta ma nessuno aveva mai avuto sentore che potesse spacciare droga.
Prossima udienza l'11 marzo.