Sfruttamento della prostituzione e truffe, arrestato il “reclutatore”

Il “reclutatore”, così venivano soprannominato, era latitante dal 10 gennaio. E’ stato invece catturato dai carabinieri di Vigevano (comandati dal capitano Rocco Papaleo) in collaborazione con i colleghi di Castelvetrano un 42enne trapanese accusato di ripetute violenze sessuali nei confronti di prostitute e di episodi di estorsione commessi a Piacenza e Mazara del Vallo e per le quali era stato condannato a sei anni di carcere.
In quegli anni, L.G. (le sue iniziali) era solito frequentare la nostra città tanto che nell’aprile del 2004 soggiornò in un hotel sulla via Emilia Parmense riuscendo a ricattare due donne, una di nazionalità serba di 36 anni ed una romena di 38 anni che da tempo si prostituivano alla periferia della nostra città. Le convinse a seguirlo in Sicilia dietro la promessa di un allettante posto di lavoro come cameriere in ristorante di un suo amico. Successivamente le due donne erano riuscite a contattare le forze dell'ordine, mentre si trovavano sul Lungomare San Vito di Mazara del Vallo. Entrambe furono trovate in evidente stato di agitazione, impaurite e molto provate. Raccontarono piangendo l'odissea passata a causa del 42enne e della violenza esercitata dallo stesso per costringerle a prostituirsi. Denunciarono di essere state costrette, sotto la minaccia di un coltello ad avere rapporti sessuali con l'uomo che successivamente, sempre sotto la minaccia oltre ad impossessarsi degli oggetti in oro delle donne le costringeva a prostituirsi, procurando i clienti e minacciandole affinché non parlassero.
Secondo il resoconto delle forze dell’ordine, le donne dopo aver tentato la fuga si erano procurate un passaggio da un cliente fino ad una cabina telefonica da cui erano riuscite a contattare le forze dell'ordine. All'esito degli accertamenti scaturiti dopo la denuncia nel giugno 2006 il 42enne fu arrestato in esecuzione di un'ordinanza di applicazione della custodia cautelare.
Dopo aver scontato un periodo in carcere e quindi e ai domiciliari presso alcuni famigliari di Castelvetrano era tornato a Vigevano dove aveva abbandonato le attività legate al mondo della prostituzione per darsi invece alle truffe, tanto da essere stato denunciato più volte, in particolare per l'utilizzo di assegni rubati, contraffatti o "scoperti". 

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