Week end di San Valentino con La vedova allegra di Franz Lehàr

Per il week end di San Valentino torna al Municipale, dopo un trentennio, La vedova allegra di Franz Lehàr. L'operetta del compositore austriaco su libretto di Victor Léon e Leo Stein dalla commedia L'Attaché d'ambassade di Henri Meilhac (1891), quarto titolo della Stagione Lirica 2013-2014 della Fondazione Teatri di Piacenza, debutterà nella sua versione in italiano la sera del 14 febbraio alle 20,30 (Turno A) e sarà replicata sabato 15 febbraio alle 20,30 (Turno B) e domenica 16 febbraio alle 15,30 (fuori abbonamento). 

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Da considerarsi, a tutti gli effetti, la "Regina delle Operette", in grado di suscitare sempre interesse nel pubblico e richiamare un numero consistente di spettatori, La vedova allegra debuttò con enorme successo al Theater an der Wien a Vienna il 30 dicembre 1905 con la boema Mizzi Günther, soprano di operetta, ed il tenore viennese Louis Treumann sotto la direzione del compositore. Il successo fu tale che dopo duecento rappresentazioni la direzione del teatro donò a Lehár una medaglia di riconoscimento. In Italia lo spettacolo debuttò invece nell'aprile del 1907 al Teatro Dal Verme di Milano con Adrienne Telma, in arte Emma Vecla e anche qui il pubblico dimostrò di apprezzare notevolmente il lavoro di Lehàr.

Tanti I motivi che possono spiegare il successo mondiale de La vedova allegra, uno è certamente da attribuirsi alla freschezza e leggerezza della sua musica. Heinrich Jacob, il biografo di Johann Strauss, infatti ha definito la Vedova «una vera e propria musica mattutina… fresca coma rugiada». Lo è anche oggi dopo piu’ di 100 anni di vita. Come ha spiegato il direttore Christopher Franklinnei suoi migliori momenti Lehár è un melodista prodigio, come il suo idolo Dvořák. Infatti, la legenda dice che a Praga fu proprio questi a convincere il giovane studente Ferenc a dedicarsi alla composizione. Le melodie della “Vedova allegra” ha proseguito Franklin – che ad oggi possono risultare quasi troppo sentimentali, sono in realtà un tutt’uno con la danza; la patria pontevedrina infatti è caratterizzata dalla Polonaise, dalla Mazurka, e dal fiero Balkan Kolo, mentre, il mondo sofisticato di Parigi e di Maxim’s, dal Valzer lento, Galop e dal Can-Can. Marce e Valzer viennesi si intrecciano per rappresentare la lingua internazionale della diplomazia musicale”. Parlando sempre della marcia il direttore l'ha definita “la caratterizzazione del cavaliere luogotenente Danilo Danilowitsch, mentre la Mazurka è propria di Anna Glavari e si sviluppa in Valzer quando è circondata dai corteggiatori francesi e quando i due amanti (Glavari e Danilowitsch) finalmente si lasciano andare in un romantico passo a due. Lehár era anche un orchestratore straordinario: “La vedova allegra”, diversa delle altre nel panorama mitteleuropeo, richiede un orchestra grande, con archi abbondanti, fiati e ottoni pieni come nel grande repertorio sinfonico, ma pure la presenza di strumenti più ricercati come arpa, glockenspiel, chitarra, tambourine, ecc. Ecco perché Lehár disse che per dirigere con convinzione la sua Vedova bisognava avere “la testa dura come un balcanico, lo charme viennese e l’orecchio ben allenato del direttore sinfonico”.

Un altro motivo che ha sicuramente attribuito un successo immediato a questo titolo è stato il libretto a quattro mani di Viktor Léon e Leo Stein. Essi hanno rimodellato una commedia parigina del 1861, L’Attache’ d’ambassade, in cui la storia è una deliziosa successione di situazioni in cui niente è come sembra; un mondo di specchi ed apparenze dove tutto dipende da travestimenti e imbrogli.

I personaggi dell’operetta interagiscono in due isole lontane dalla realtà: l’ambasciata pontevedrina nel primo Atto e il palazzo di Anna Glavari nel secondo e terzo Atto. Questi due ambienti la città di Pontevedro e Parigi sono semplici referenze sopratutto musicali, che spingono avanti questa commedia spiritosa, con una serie di danze accattivanti e di famosissime melodie cantate.

 

L'allestimento di questa Vedova, per la regia di Nicola Berloffa e le scene e i costumi di Artemio Cabassi, vedrà la partecipazione dell'étoile Giuseppe Picone. Il cast comprende Il tenore Alessandro Safina (Il Conte Danilo Danilowitch), il soprano Paola Sanguinetti (Anna Glavari), il basso Daniele Cusari (Il Barone Mirko Zeta), il soprano Diletta Rizzo Marin (Valencienne),il tenore Oreste Cosimo (Camille de Rossillon), il baritono Dario Giorgelè (Il Visconte Cascada), il baritono  Graziano Dallavalle (Raoul de St. Brioche), il baritono Giovanni Bellavia (Bogdanowitch), il soprano Federica Gatta (Sylviane), il baritono Valentino Salvini (Kromow), il mezzosoprano Chiara Manese (Olga), il baritono Andrea Zaupa (Pritschitch), il mezzosoprano Stefania Majardi (Praskowia) e l'attore Corrado Calda (Njegus)

Il Maestro Christopher Franklin, che nella replica del 16 febbraio sarà sostituito da Andrea Sanguineti, dirigerà l’Orchestra Filarmonica Italiana; a completare il cast il Coro del Teatro Municipale di Piacenza diretto da Corrado Casati.

Per info e biglietti è possibile rivolgersi alla biglietteria del Teatro Municipale di Piacenza, in via Verdi 41, al numero di telefono 0523.492251 o al fax 0523.320365 o all'indirizzo mail biglietteria@teatripiacenza.it.