Particolarmente infuocata la seduta di oggi del consiglio comunale. E non sarà certo l'acqua a spegnere le fiamme, anzi. Il comitato Acqua Bene Comune ha organizzato un sit-in fuori dal palazzo municipale per ribadire ancora una volta le proprie istanze e oggi lo fa con forza ancora maggiore visto il primo punto all'ordine del giorno proprio della seduta consiliare, e cioè l'approvazione del protocollo d'intesa tra i comuni del territorio piacentino e la Provincia relativo al progetto di fattibilità per la costituzione di una società a capitale misto pubblico-privato ai fini dello svolgimento dei servizi idrici integrati e di gestione dei rifiuti solidi urbani. Protocollo che dovrebbe avere immediata eseguibilità. «Questo protocollo non va assolutamente approvato – dicono gli attivisti del Comitato – Sarebbe tradire la volontà della stragrande maggioranza dei piacentini, e parliamo di 104mila persone, e della maggioranza assoluta degli italiani che hanno votato al referendum del 2011. L'acqua deve restare un bene pubblico gestito da una società pubblica senza scopo di lucro. Non si può lucrare sull'acqua».
Una seduta, quella odierna, che già in sede di comunicazioni iniziali si è rivelata particolarmente tesa con gli interventi di Erica Opizzi di Fratelli d'Italia e di Marco Colosimo di Piacenza Viva tutti incentrati sulla tragedia delle Foibe di cui oggi si celebra la giornata del ricordo. «Il Comune non ha fatto niente di niente – dice la Opizzi, con tono decisamente duro – Nessun evento, nessun convegno, niente. E questo è vergognoso». «Non è possibile che ancora oggi, nel 2014, si parli di morti di serie A e di morti di serie B – ha ribadito Marco Colosimo rincarando la dose – Ed è vergognoso che si parli di strumentalizzazione di questa tragedia». Sono poi seguiti, sempre sul tema, gli interventi di Marco Tassi (Pdl) e di Massimo Polledri (Lega) che si è fregiato di aver votato l'istituzione della Giornata del Ricordo quando era parlamentare. E ha portato alcuni esempi relativamente recenti di come per anni si sia tentato di tenere nascosta una tragedia atroce come quella degli “infoibati” da parte del maresciallo Tito, dittatore dell'ex Jugoslavia comunista.