Costretta a prostituirsi dal fidanzato e dalla “suocera”, doppia denuncia

Costretta a prostituirsi in strada dal fidanzato e dalla madre di quest’ultimo per riscattare le loro difficili situazioni economiche. È la triste storia di una studentessa lodigiana di 19 anni che ha vissuto mesi da incubo prima di trovare la forza di uscire dal tunnel grazie al sostegno della Polizia municipale e all’impegno degli operatori del progetto di recupero Oltre la Strada. Il giovane compagno marocchino di 19 anni e la madre di lui, 35, che si prostituiva pur essendo incinta, sono stati denunciati per induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
La vicenda legata a questo spaccato di realtà inquietante è stata scoperta durante un normale controllo su strada da parte degli agenti della Municipale avvenuto nel giugno scorso. Quella sera la pattuglia nota la giovane italiana prostituirsi davanti al piazzale dell’Ikea. Adotta atteggiamenti molto schivi, quasi di vergogna. Ed è proprio questo particolare a indurre i poliziotti ad approfondire la questione e ad avvicinarla. La ragazza acquista fiducia, lascia agli agenti il numero di cellulare e viene ricontattata. Da lì la denuncia. Si scopre cosicché la giovane aveva un fidanzato marocchino coetaneo, figlio di una prostituta 35 enne che esercitava in stato di gravidanza. Di fatto era stata instradata alla prostituzione dalla madre del fidanzato per risolvere una serie di problemi economici. La stessa si era premurata di fornire alla fidanzata del figlio tutte le indicazioni per svolgere al meglio la “professione”: la tipologia delle prestazioni, i luoghi dove appartarsi, i tempi di intrattenimento, le somme da richiedere (agli stranieri tre volte quella degli italiani). Alla madre così raccontava che il sabato sera andava in discoteca, ed invece si andava a prostituire, sempre accompagnata e poi controllata dal fidanzato. Per contattarsi i due avevano pattuito una sorta di codice morse. Da giugno a settembre quasi 6500 contatti telefonici. La ragazza si teneva i soldi guadagnati, ma poi ricompensava il fidanzato con cene, apertitivi, benzina, ricariche telefoniche e comunque varie utilità in genere che lo stesso non sarebbe stato nella possibilità di permettersi.
Dopo le indagini il fidanzato e la madre marocchini sono stati denunciati a piede libero per induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prost

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