“Andremo a scuola, incontreremo il preside e gli porgeremo le scuse a nome dei nostri figli. Poi, una volta quantificato il danno saremo pronti a risarcire il Mattei”. Sono le parole del padre di uno degli studenti arrestati l’altra notte dai carabinieri dopo il colpo tentato al liceo di Fiorenzuola. Un colpo che gli investigatori dell'Arma giudicano non tanto come una bravata ma come un vero e proprio lavoro da professionisti del furto, con tanto di flessibile, piede di porco e passamontagna.
Questa mattina i tre studenti catturati sui tetti della scuola dopo un tentativo di fuga (uno di 21 e due di 18 anni) sono comparsi in tribunale per la direttissima. Gli arresti, su richiesta del pm Antonio Rubino, sono stati convalidati dal giudice Maurizio Boselli che ha disposto per tutti l’obbligo di dimora come misura cautelare. Gli avvocati Daniela Pellizzari e Fabio Daprati hanno poi chiesto i termini a difesa e il processo è stato rinviato al 27 gennaio.
I militari dell’Arma hanno anche denunciato altri due ragazzi (non studenti della scuola) e la posizione di un sesto è al vaglio. In tribunale erano presenti anche i genitori e alcuni parenti dei ragazzi finiti in manette: «Siamo davvero dispiaciuti per quel che è accaduto, i nostri figli si sono resi conto di quello che hanno fatto e sono assolutamente pentiti» hanno detto. Stessa cosa era stata detta in aula poco prima dagli stessi ragazzi e l'hanno confermato anche i loro legali; i quali ci hanno tenuto a sottolineare che l'iniziativa di risarcire la scuola è partita proprio dagli stessi ragazzi.