Una versione dolce e visionaria della Bella Addormentata, dedicata a grandi e piccoli, insieme. Uno spettacolo di teatro d’attore con inserti di figura dedicato ai bambini dai 4 anni. È “Rosaspina” del Teatro del Piccione, in scena al Teatro Comunale Filodrammatici di Piacenza lunedì 6 gennaio 2014 alle ore 16.30. Tradizionale appuntamento dell’Epifania con il teatro ragazzi, che per la prima volta vede ospite di Teatro Gioco Vita la compagnia genovese del Teatro del Piccione. Prosegue così nel nuovo anno la Stagione di Teatro per le famiglie 2013/2014 “A teatro con mamma e papà” organizzata da Teatro Gioco Vita con Fondazione Teatri e Comune di Piacenza – Assessorato alla Cultura in collaborazione con l’Associazione Amici del Teatro Gioco Vita e il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Scritto da Simona Gambaro, protagonista in scena con Massimiliano Caretta, “Rosapina” è diretto da Anonio Tancredi; scene e costumi sono firmati da Roberta Agostini, Simona Panella, Laboratorio Fulmicotone, i pupazzi sono della Compagnia Maniambulanti, le luci di Enzo Monteverde, Simona Panella e Sigfrido Gaiani.
“E nacque una bambina e fu chiamata Rosaspina. Sette fate furono chiamate alla festa e portarono per la bimba i doni più desiderabili: bellezza, intelligenza, virtù…E l'ottava fata? perché non fu invitata? Al suo arrivo il cielo si fece buio ed ella pronunciò parole che nessuno voleva sentire: la bambina si pungerà un dito e si addormenterà”. Così ogni cosa rivela luce ed ombra, la propria vitale imperfezione. E mentre Rosaspina va incontro al suo destino per diventare grande, un re e una regina imparano ciò che nessun sonno può sciogliere, nessuna spina può far dimenticare, e lasciano una figlia per non lasciarla mai più.
Uno spettacolo che vuole parlare con la profondità e la leggerezza della fiaba, ridere di piccole cose e dar voce a grandi domande, sorprendere, raccontare la rabbia, la paura e l'amore. La storia di Rosaspina viene rappresentata con semplicità, nello stile proprio della compagnia che affianca ad una cura particolare dell'immagine scenica un teatro d’attore molto fisico, in questo caso contaminato e arricchito da interventi di teatro di figura. La chiave comica e l'uso di un linguaggio di immediata comunicazione con i ragazzi fondano una visione teatrale che vuole essere principalmente emotiva, accessibile ma non didascalica, evocativa e metaforica come proprio di ogni espressione artistica.