Che sensazioni si provano ad incontrare e a stringere la mano alla storia della musica? D’ora in poi lo potremo chiedere ad Antonio Baciocchi, meglio noto come Tony Face, il batterista piacentino che, nel suo piccolo (ma neanche tanto) rientra a pieno titolo nella “hall of fame” del rock di casa nostra con i Not Moving, Lilith and the Sinnersaints e i Link quartet, oppure come scrittore con i volumi che vanno da “Mod generations” a “Rock'n goal. Calcio e musica”.
Sono tanti i regali di Natale che si possono trovare sotto l’albero. In pochi casi però sarà presente lo stesso che lui si è visto recapitare a casa in questi giorni. Parliamo della foto ricordo, scattata al concerto-evento dell'Out There Tour all'Arena di Verona del giugno scorso, insieme niente meno che a Sir James Paul McCartney.
“E’ uno dei miei idoli da quando avevo 14-15 anni e i Beatles sono stati il primo gruppo di riferimento, collezionando i loro dischi” ha spiegato Tony Face, con la voce ancora emozionata per il coronamento di quello che, per un musicista in particolare, rappresenta un sogno: “Attraverso varie conoscenze e strade traverse sono riuscito a incontrarlo, nonostante i controlli siano molto rigidi. C’era una fila incredibile, davanti a me addirittura Red Canzian dei Pooh e intorno gli allestimenti dell’Aida con un gladiatore da una parte, una sfinge dall’altra. Solo per far capire la suggestione del momento”.
La lunga fila e, a pochi minuti dal concerto, il tanto agognato incontro: “Abbiamo scambiato due chiacchiere, dal vivo è disponibilissimo. Siccome è vietato scattare foto personali è stato lui a dire: spero vi faccia piacere. Eccome, gli abbiamo risposto. Anche perché ci ha ricevuto 10 minuti prima di entrare in scena, mai avrei immaginato si concedesse a degli sconosciuti. Poi dopo due chiacchiere ci ha detto cortesemente: scusate, devo andare a suonare, grazie”.
Ma, si sa, gli artisti, soprattutto i più grandi, riservano sempre delle sorprese. E così un bel retroscena riguarda proprio la foto: “E’ assolutamente vietato scattare immagini o riprese, perché ha un fotografo e un cameraman ufficiali che riprendono tutto e filtrano quello che esce. Le foto scattate quella sera sono state affidate al suo ufficio immagine, che ha vagliato le migliori e quelle da poter distribuire. Poi, pare addirittura che lui le supervisioni di persona.Infatti mi è arrivata dopo sei mesi con la preghiera di non diffonderla. Però me ne frego, perché non potevo farmi sfuggire la condivisione di una gioia del genere”.
La felicità per il momento è ben visibile, sul volto di Tony Face e suo figlio Enea (i primi due a sinistra, ndr) e dei suoi amici, anche loro ben noti a Piacenza: il produttore musicale Enrico Mutti e la fotografa Nikka Dimroci.
“Mio figlio, fan dei Beatles, ha avuto questa incredibile opportunità. L’ho già messa in quadro e rimarrà per le generazioni future” ha detto Antonio.
A parte la disponibilità, comunque, rimane nella memoria lo spettacolo che Paul McCartney ha proposto in seguito: “Incredibile. A quell’età ha ancora un’energia insuperabile (72 anni, ndr). Con una band essenziale lui suona, canta e la voce è rimasta intatta per 3 ore all’aperto in una serata particolarmente fredda. Non ha mai accusato un cedimento”. E può contare su un repertorio di assoluto livello: “Non c’è brano che non entusiasmi. Alterna i maggiori successi che il pubblico non accetterebbe di non ascoltare, altri rari per appassionati, qualcuno dal suo repertorio solista, omaggi a Lennon e Harrison, alle spalle le immagini dei Beatles. Alla fine vorresti ascoltarlo per altre 3 ore ma sei talmente soddisfatto che, qualsiasi cifra costi il biglietto, ne vale la pena”.