“Passala, passala”. “Dai, difendi più basso”. Non sono esortazioni ascoltate ad una partita di calcetto, utile in questi giorni a smaltire i bagordi delle festività natalizie, ma quelle che arrivavano nel pomeriggio passando di fronte all’ex Circoscrizione 2 di via XXIV Maggio, dove dal luglio scorso hanno trovato ospitalità i 24 profughi del Nordafrica che vennero sgomberati dal Ferrhotel dopo due anni passati nella struttura di fianco alla stazione.
Si gioca a Pes (Pro Evolution Soccer, il noto gioco di calcio per Play Station, ndr) nella sala delle consulte e, nell’altra palazzina (l’ex Circoscrizione 2) all’ingresso vengono piegati e distribuiti gli ultimi indumenti che gli sono stati donati, in vista della loro prossima destinazione: le case popolari.
Sì, perché dopo le festività per i profughi arrivati a Piacenza dopo gli sbarchi da Lampedusa nel 2011, una sistemazione è stata trovata. Si tratta di 4 appartamenti che saranno occupati entro il 1 gennaio, per i quali pagheranno 50 euro al mese di affitto per chi ha reddito, 30 per chi ancora non l’ha trovato, oppure svolgendo lavori socialmente utili.
“Per Natale abbiamo fatto festa, anche se solo uno di noi è cristiano, tutti gli altri sono musulmani – ha spiegato Abdoulie Jammeh, rappresentante dell’associazione Freedom and Justice -, abbiamo chiacchierato con lui, mangiato tutti insieme, poi musica e infine abbiamo accompagnato quelli che ne hanno avuta possibilità nei nuovi apprtamenti”. Il clima, insomma, è dei più sereni dopo le proteste che li portarono a dormire in tenda sotto il Comune e, infine, a trovare questo alloggio temporaneo in via XXIV Maggio: “ E’ andata bene davvero. Abbiamo trovato quattro alloggi, tre sono già arredati, ne manca uno solo e sta per essere finito. Siamo ancora qui solo perché non vogliamo lasciare soli gli ultimi tre compagni in attesa di sistemazione”. Una circostanza che nei giorni scorsi non ha mancato di sollevare polemiche, per la spesa dell’amministrazione comunale (circa 25 mila euro, ripartiti tra i Bilanci di previsione del 2013 e del 2014, per la copertura delle spese) e perché alcune forze politiche, in primis la Lega Nord, avevano stigmatizzato la scelta visti i tanti italiani in lista che un alloggio non lo hanno ancora trovato. Tra loro, ultimi in ordine di tempo, gli appartenenti al Coordinamento 9 dicembre, meglio noti come “forconi”, che da settimane stazionano in presidio a Barriera Genova: “Le istituzioni ci hanno abbandonato. Abbiamo chiesto al sindaco una cellula abitativa, siamo sicuri che ci sarebbe, ma per tre volte ha detto no” ha sottolineato il rappresentante Matteo Giardino.