Gloria in excelsis Amodeo

Amodeo fa la sponda. La sponda è una di quelle cose che fanno bene al calcio. Ti passano il pallone e tu lo proteggi col corpo o lo giri di prima. Essenziale e spettacolare. Amodeo lo fa spesso col tacco. Nel calcio i paragoni sono insopportabili, ma dato che è Natale possiamo tranquillamente affermare che Amodeo è l'Ibrahimovic del Piacenza. Un po' per la statura, un po' per quelle movenze eleganti, un po' perché Amodeo fa quello che deve fare un attaccante. Segna. Ci sono quei centravanti che si presentano alla stampa nascondendosi dietro belle dichiarazioni come "la squadra viene prima di tutto" e "mi metto al servizio dei compagni", frasi di circostanza per mettere i piedi avanti: farò tre gol, però mi impegnerò tantissimo. Bravo, però un attaccante deve buttarla dentro. Tutto il resto è Giovinco. Ecco, Giovanni Amodeo unisce entrambe le cose: segna e fa segnare, come direbbe Mario Sconcerti rispondendo a un tweet su Sky. Roberto Venturato lo conosceva già ed è andato a colpo sicuro, come un bambino davanti a un negozio di giocattoli: voglio quello! Il suo giocattolo è un bomber di quasi un metro e novanta che s'è integrato alla perfezione nei meccanismi del Piacenza, un centravanti vero, di quelli che si fanno sentire in area di rigore e che contemporaneamente escono dall'area per giocare la palla.  Ma ciò che più colpisce di Amodeo è l'eleganza con la quale fa le cose. Lo stile o ce l'hai o non ce l'hai, vale in campo e fuori. Lui ce l'ha. Tocca la palla con grazia, è fine ma concreto, non sbaglia un appoggio e spesso fa quella cosa lì, il colpo di tacco. Con la Castellana s'è esibito un paio di volte e in una di queste ha messo bomber Marrazzo davanti alla porta. L'ha fatto con naturalezza, come se fosse la cosa più facile del mondo. Tacco e via. Migliore in campo senza segnare (anche se s'è conquistato il rigore decisivo, poi trasformato da Marrazzo). I tifosi erano fuori dai cancelli, bevevano vino in bottiglia e facevano i fuochi d'artificio, ma purtroppo si sono persi Amodeo, un giocatore prezioso, un acquisto indovinato, uno che per caratteristiche è perfetto per fare coppia con Marrazzo. Amodeo è calmo, tranquillo, sembra quasi lento quando mette giù il pallone e aspetta il movimento dei compagni, ma è tutto il contrario. Quando arriva il pallone sa già dove giocarlo, ed è questa la differenza tra un buon giocatore e uno che fa la differenza. Venturato l'ha voluto, lui è arrivato e non ha detto frasi di circostanza. Poi è sceso in campo e ha iniziato a segnare, a fare la sponda, a conquistare rigori e a mettere i compagni davanti al portiere. Questo, nel calcio, si chiama attaccante. 

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