Lavoratori Cesi in bilico per la paventata chiusura del laboratorio chimico di Piacenza. Sono a rischio 60 dipendenti. A lanciare l’allarme in Regione è il consigliere Stefano Cavalli (Lega Nord) che in un’interrogazione presentata oggi invoca “l’immediato intervento dell’assessore Gian Carlo Muzzarelli, perché "non sia un Natale amaro per i lavoratori piacentini".
Cesi si occupa dal 1956 di prove e certificazioni di apparati elettromeccanici, di consulenze sui sistemi elettrici. A Piacenza la società è operativa nei settori “Ambiente e ingegneria”. La quota di maggioranza del pacchetto azionario è di Enel e Terna che oggi parlano di “scarsa competitività del centro piacentino” per giustificare il taglio annunciato. L’azienda intenderebbe affidare le analisi – oggi realizzate dal polo piacentino – a un’altra struttura, che farebbe lo stesso lavoro, in maniera molto più superficiale e basandosi su precariato e riduzione allo stremo dei costi, contestano le sigle sindacali.
“Quelle dell’azienda sono motivazioni che non rendono ragione di anni di attività sempre all’altezza delle aspettative aziendali, sia in termini di operatività che di risultati economici – protesta Cavalli -. Per questo ci saremmo aspettati investimenti in attrezzature e personale, investimenti che, peraltro, risultano essere stati annunciati negli ultimi anni, ma non concretizzati” dice l’esponente del Carroccio. “Parliamo di una realtà importante, collocata in una sede, Piacenza, che è da sempre capitale energetica dell’Emilia Romagna e del Paese”. “Non si capisce come un centro di servizi di livello internazionale come Cesi possa pensare di disperdere un patrimonio professionale e di competenze come quello piacentino, da sempre punto di riferimento per Enel, Edipower, Sogin e molte altre società del settore. Ci pare una decisione immotivata, che porterà gravi conseguenze per il nostro territorio e che contrasta con le numerose commesse oggi in essere. In prospettiva futura la chiusura del laboratorio mette a rischio l’intera sede piacentina della Cesi. La perdita del centro rappresenterebbe l’ennesimo duro colpo alla produttività locale, già seriamente provata da una lunga serie di ‘chiusure eccellenti’ e ‘delocalizzazioni selvagge’ che stanno avendo drammatiche ripercussioni occupazionali e, di conseguenza, sociali”.