Scontro nella Fondazione di Piacenza e Vigevano, con il presidente Francesco Scaravaggi al centro di una “guerra intestina” che vede una parte alcuni consiglieri della maggioranza all’attacco del vicepresidente Beniamino Anselmi (definito da molti il vero "deus ex machina" delle scelte in Fondazione).
La scintilla che ha acceso gli animi nel consiglio generale di ieri, riguarderebbe l'assunzione – nel cda di due giorni fa – dell’architetto Michela Milani per occuparsi della gestione del patrimonio immobiliare dell'ente di via Sant'Eufemia. In pratica nel cda (composto da 5 membri, ndr), sembra che sia il presidente che il consigliere Stefano Pareti si fossero espressi per un candidato, mentre il resto dei consiglieri (3) li abbiano di fatto messi in minoranza scegliendo Milani, che a quanto pare è stata voluta dall'area vicina al vicepresidente Anselmi.
Apriti cielo, nel consiglio generale di ieri, dove i più attivi nel criticare questa scelta sarebbero stati i consiglieri di maggioranza Giorgio Milani e di Milena Tibaldi Montez, che si sarebbero scagliati contro la “forzatura” attuata dal vicepresidente per questa nomina, a discapito addirittura del parere del numero uno della Fondazione. “Hanno ritenuto di esprimersi sul fatto che io non sono soggetto a condizionamenti” ha detto Scaravaggi ai nostri microfoni, nel dare la sua versione su quanto accaduto, senza però tornare sui dettagli della nomina di Milani.
Per il presidente, infatti, è il terzo consigliere di minoranza ad essere intervenuto ad aver sollevato la questione per lui più spinosa ma al quale avrebbe concesso apertura alle richieste: “Si è sempre lamentato del portafoglio della Fondazione e come è stato utilizzato (Sergio Giglio ex candidato alla presidenza, ndr) e così ho acconsentito al fatto che i conti possano essere valutati da advisor esterni, anche se l’ente ha sempre avuto i suoi” ha detto il presidente. Che ha poi spiegato ulteriormente: “Ci sono investimenti che vengono reputati sbagliati (tra i più discussi in banca Monteparma, ndr) e sono un’eredità del passato. Così gli ho detto apertamente che, se hanno ancora dei dubbi, possono venire loro direttamente a guadarci dentro ai conti e agli investimenti. Non c’è niente di poco trasparente, anzi, se qualcuno conosce aspetti che mi sono sfuggiti ben venga. Sono favorevole alle segnalazioni però poi guardiamo avanti”.
Scaravaggi si riferisce ai nodi legati al primo bilancio della Fondazione, alla nomina del direttore generale e al bilancio previsionale appena approvato, che hanno dovuto tenere conto di scelte della vecchia gestione Marazzi. “Sono 8 mesi che continuo a dover mettere mano a emergenze, bilancio, direttore, bilancio di previsione. Intanto la fondazione ha comunque assicurato gli investimenti di 5,5 milioni di euro per il 2014, la stessa cifra dello scorso anno. Non si può parlare a disco rotto solo del passato. Giusto discutere, lo faccio battendo i pugni anche con i miei collaboratori, ma poi bisogna trovare una sintesi e andare avanti”.
Così, al di là del dibattito interno, il presidente dell’ente di via Sant’Eufemia tiene a sottolineare come “la Fondazione c’è, non è assente e le erogazioni lo testimoniano. Nonostante un problema della finanza mondiale e la fila di persone e Comuni che chiedono un aiuto perché senza risorse. Stiamo persino definendo un regolamento degli investimenti, che finora non c’era mai stato. Non mi sembra cosa da poco perché ci garantirà di sapere come muoverci sulla parte più importante della Fondazione: le erogazioni al territorio”.